par. 2
il grande fiume e i loro ricordi d'infanzia
---- - “ Davvero??? - dice LEI perplessa – Ma dov'è? Non vedo niente che somigli a un fiume.”
-” Lo vedi quel ponte grande laggiù ? Stiamo per passarci sopra e il fiume c'è, eccome, lo vedrai di sicuro, non è mica un ruscelletto !”
Infatti il ponte c'è proprio ed è molto più lungo di quelli che ho già conosciuto, però quando ci sono sopra non vedo proprio niente di diverso dall'autostrada, perché ci sono le solite strisce di metallo ai lati che mi impediscono di vedere oltre e l'unica cosa che noto è che è leggermente in salita.
- “ Acciderba! – esclama LEI ammirata guardando fuori – E' proprio lui ! E' enorme, anche se adesso che è estate probabilmente non c'è così tanta acqua! Com'è diverso rispetto al mio biondo Tevere, che pure non è proprio un torrentello! Chissà che effetto deve fare quando è gonfio d'acqua in autunno o in primavera: dev'essere uno spettacolo grandioso davvero !”
- “ E pensa che siamo in un tratto stretto, qui intorno non ci sono confluenze con altri fiumi che vengono dalle montagne ! Vedrai che roba quando poi si allarga verso il delta: forma laghi grandissimi, fino al mare è tutto un intrico di canali e laghi, paludi e lagune.”
- “ Eh sì - fa LEI con tono da scolaretta - le valli di Comacchio e la laguna di Venezia e i lidi di Ravenna! - poi di nuovo con ammirazione – Davvero impressionante, tutta quest'acqua che scorre anche con tutto questo caldo-umido tra le sue rive verdi in questo paesaggio piatto, coi gorghi e gli isolotti bassi qua e là.”
- Notevole vero? Fa una certa impressione anche passarlo su questo ponte, così grande e largo e solido...- continua LUI – Pensa, subito dopo la guerra l'ho attraversato in treno con i miei per venire al sud. Ma non c'era neanche quasi il ponte! Insomma c'era una specie di ponte di fortuna, perché quello vero della ferrovia era stato bombardato. Praticamente c'erano solo i binari e le traversine e non sono riuscito a capire dove poggiavano, sotto vedevo solo l'acqua che scorreva vorticosa.... Ero piccolo, avevo nemmeno quattro anni, ma ancora me lo ricordo benissimo. Eccome se me lo ricordo ! I vagoni andavano piano piano e ci abbiamo messo un tempo infinito a passare ! - sorride al ricordo – Papà dice che mamma si è fatta fuori un'intera bottiglia del loro famoso orrendo brandy, per farsi coraggio! - prosegue - Io però non ho avuto nessuna paura, non capivo il pericolo, ero troppo piccolo; mi avevano messo nella reticella dei bagagli come in una culla e da lì vedevo benissimo l'acqua scorrere sotto i binari. Ero così affascinato dallo spettacolo che avevo sotto gli occhi che non avevo alcuna percezione di ciò che stavamo rischiando, e me lo rivedo distintamente ancora come l'ho visto allora...anche se adesso mi rendo conto del pericolo che abbiamo corso tutti, su quel treno...”
- “ Acciderba, incredibile! – interviene LEI – Però è vero, certi ricordi di quel che ti è capitato anche persino da piccolissimi non li cancelli più dalla memoria! Cos'altro ti ricordi? Anche io mi ricordo un sacco di cose di quando ero piccola... Raccontami dai! ”
- “ Oh sì, ne ho diversi, della guerra e dei bombardamenti, anche precedenti a quello lì! Del resto sono nato durante la guerra e l'ho vista bene!! E mi ricordo dei bombardamenti e di quando con i miei siamo scappati da Alessandria in bicicletta, con me nel portapacchi di papà, fino a Como... e di quando ci mitragliavano dagli aerei e ci buttavamo nel fosso accanto alla strada per nasconderci, per proteggerci in qualche modo. Per me allora era come una specie di gioco, solo dopo ho capito che abbiamo corso dei pericoli mortali. Dopotutto sono nato proprio all'inizio della guerra e pensa che Alessandria è stata distrutta al novanta per cento! “
Intanto il grande fiume è ormai lontano dietro di noi, ma è ancora e sempre tutto piatto, intorno. Ma quando finirà 'sto piattume ? Non avevano detto, LORO, che si andava in montagna, che vuol dire salire e salire ? Vado veloce sull'autostrada liscia e spero che continuino a parlare tra loro così forse riuscirò a capire che cosa è guerra e bombardamenti. Devono essere cose tremende, se un bipede malgrado sia piccolo deve scappare e nascondersi, e ricordarsele così bene anche da grande !
LEI ha seguito attentamente il suo racconto e osserva: - “Queste cose della guerra io le ho viste solo al cinema o lette sui libri: quando sono nata era finita già, da poco, ma finita. Mi ricordo che era difficile e anche pericoloso spostarsi, viaggiare, anche allora, anche se non così tanto perché bombardamenti non ce n'erano più. E poi ho un piacevole e incancellabile ricordo delle pappine di riso! - ride – Mi sa che c'era ben poco da mangiare e menomale che ne andavo pazza. Però mi ricordo benissimo di quando mio papà è tornato dall'Egitto, era forse la prima volta che uscivo di notte, in macchina, con mamma e mia sorella grande che guidava la Topolino...”
- “ Davvero ?? Come sarebbe ?! “fa LUI - dai raccontami! "
- "Beh, mi ricordo benissimo che una sera, era già buio, doveva esser vicino Natale ed ero a casa, sai a via Appia... e qualcuno non so chi strilla - Ha telefonato papà!!! Arriva, andiamo a prenderlo, muoviamoci !- Grande agitazione generale: la mamma mi mette addosso la mia pelliccetta bianca e il berrettino rosso che mi piacciono tanto, lei ha già addosso la sua, nera e pelosa, e usciamo di corsa dal portone, la macchina è lì e ci accoglie dentro. Oh non ti dico la felicità, adoravo quella macchinina, la topolino verdina che la chiamavo TUTU' ! E poi figurati, era la prima volta nella mia vita che uscivo di casa di notte.. era proprio un avvenimento eccezionale !! "
-" E poi??"
-" Oh il ricordo è così forte, che mi sento ancora tutta avvolta lì, dentro la macchina, avvolta nelle braccia pelose di mamma ed era bellissimo: io stavo ben calda, accucciata dentro la pelliccia nera, e intanto guardavo fuori del finestrino mentre la macchinina correva nella notte per una strada dritta dritta, ma era buio e non vedevo quasi niente intorno, solo la strada illuminata dai fari. Intanto mamma e mia sorella che guidava parlavano, ma non le ascoltavo altro che con un orecchio... E poi ecco sono apparse le luci, tutte uguali, tutte in fila e ci passavamo in mezzo svoltando in un piazzale illuminato con altre macchine e persone in giro. Ci siamo fermate e siamo uscite dalla macchina e mamma mi ha messo giù e mi sono cominciata a guardare attorno: ero incuriosita al massimo, puoi crederlo, ma oltre papà, cercavo l'areoplano, perché mentre venivamo avevano continuato a parlarne e mi ero fatta un'idea di che cosa fosse, ma volevo vedere com'era davvero. A un tratto mi sono ritrovata in aria, tra le braccia di papà, col suo odore e le sue braccia forti che mi stringevano affettuose, felice e sicura che era proprio lui davvero, dopo aver tanto sentito la sua mancanza, ma appena rimessa coi piedini per terra e lui era a scambiare abbracci baci e saluti con mamma e mia sorella e altra gente lì, tutta la mia curiosità si è di nuovo concentrata sull'areoplano, oggetto misteriosissimo, perché non vedevo l' niente che somigliasse alle descrizioni che avevo catturato. Così mentre tutti erano impegnatissimi ad abbracciarsi, baciarsi e parlare contemporaneamente e non mi badavano, mi sono messa a cercare l'areoplano nella direzione da cui era arrivato papà, fino dentro un capannone immenso ( beh a me sembrava immenso, ma ero piccola). Era poco illuminato, ma l'ho visto subito, in un angolo, grigio-argenteo, una cosa allungata, con due ali e due eliche sul davanti e la coda, una specie di uccello gigante, fermo lì, grande e duro, incredibile. Possibile che una cosa così potesse volare davvero e avesse portato il mio papà nella pancia da così lontano? A me sembrava solo un enorme giocattolo... dovevo assolutamente toccarlo, dovevo capire come era fatto, come si entrava dentro, come faceva a muoversi..."
- "Ma non avevi paura?"
- "Ma neanche ci pensavo ad avere paura, credimi: ero talmente affascinata da quella cosa luccicante che sembrava un po' un enorme uccello di ferro! Lo sai che sono inguaribilmente curiosa ! - ride - Poi ho visto che c'era un'apertura sul fianco. come una porticina accanto all'ala, con una scaletta fino a terra, così puoi immaginare che mi sono subito arrampicata su per vedere dentro. Rivedo ancora le due file di sedili con le schienale alto: non sapevo ancora contare, ma erano pochi, mica come gli aerei di adesso, eh ! E ai fianchi i finestrini, piccolini e tondeggianti per guardare fuori e uno grande in cima dalla parte dell'elica, con sotto un solo sedile e un sacco di quadranti pieni di lucine colorate e un volante, tipo quello della macchina, ma piccolo e fatto a metà di un cerchio...Guardavo tutto perché volevo capire come fare per far volare quel coso così grande e pesante sopra la terra e il mare..."
- " Ma non si erano accorti che te n'eri andata? Possibile che nessuno ha notato che te l'eri squagliata? E lì ci sarà stato bene qualcuno a sorvegliare!"
- " No non c'era nessuno, ma neanche ci ho badato, quel posto mi sembrava enorme, quasi non riuscivo a vedere il soffitto e c'era poca luce. Ero proprio sola, io e l'areoplano e basta, ma era meraviglioso. Non so quanto sono rimasta lì dentro quell'enorme uccello di ferro lucente, e tutto imbottito, fermo immobile poggiato per terra su due ruotine piccole e con la scaletta appesa accanto. Non era come i piccioni o i passeri che si muovono sulle zampine anche quando si posano. Aspettavo pazientemente che prendesse a volare da un momento all'altro, volevo vedere come avrebbe fatto! Poi ho sentito da fuori chiamare il mio nome da tante voci diverse e mi sono affacciata alla porticina per vedere chi strillava tanto e ho visto da lassù una piccola folla di gente agitata: sembravano arrabbiati, spaventatati, non so, non mi ricordo! "- ride-
- " Lo credo bene che strillavano, scommetto che li hai spaventati a morte!!! - commenta LUI ridacchiando - Dovevi essere una bella peste anche se eri piccola !"
- " Beh non ci crederai, ma nessuno mi ha rimproverato, solo papà è salito su a prendermi in braccio con un altro signore e gli ho spiegato che volevo solo vedere come lo aveva potuto portare in volo e lui si è fatto un sacco di risate e anche l'altro si è messo a ridere, poi è finita lì tra il divertimento generale..."
( continua il 17 marzo 2022)
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