mercoledì, marzo 09, 2022

CAROLINA auto-biografia Cap. 11 par.2

 par. 2


Il MARE !


    Sto sprofondando sotto il sole cocente nell'angoscia più totale, quand'ecco che la testa di LEI pian piano si riavvicina, poi spuntano fuori dal mare le braccia, il corpo e finalmente anche le gambe riappaiono e i piedi ed ecco che sta di nuovo  camminandoci sopra sulla spiaggia grigio chiaro.

 Ah, che meraviglia! E che sollievo per me, è sana e salva! Eccola tutta intera col suo guscio intatto, senza tutta quella roba che ci mette sempre sopra, che ha lasciato prima lì abbandonata per terra, è solo bagnato!

 Sono così felice che se potessi danzerei di gioia sulle mie quattro ruote facendo piroette pure sul mio naso lucido !!!

 Allora prima o poi anche LUI, anche l'altro torneranno fuori e io sono salva dal piccoletto Occhialuto brontolone !

 LEI felice si sdraia sul suo straccio, esclamando con soddisfazione:  - “Ah che - meraviglia, mi sento tutta ristorata dopo il caldo che ho sentito per strada! Un primo bagno proprio super! “

 L'Occhialuto-piccolo smette di borbottare tra sé come ha continuato a fare fino allora e ricomincia a discutere con LEI:   - “ Senti, non so proprio come fate, a nuotare con l'acqua così fredda!    Da me in Sicilia è tutta un'altra cosa, calda e piacevole! - proclama -  Dopo tanti anni che sono qui non riesco ancora ad aver voglia di fare il bagno qui altro che ad agosto!” 

- “ Ma è un vero peccato - gli dice LEI per tentarlo - davvero si sta benissimo, credimi. Certo devi muoverti e nuotare, se no ti infreddolisci dopo un po'.” 

“Ah no cara mia – insiste lui –   è inutile, non riuscirai a convincermi!  - ridacchia –   ”Sono proprio viziato, per me se la temperatura dell'acqua non è almeno superiore ai 26 gradi a buttarmici dentro neanche ci penso!  In Sicilia siamo abituati così !

La discussione prosegue, animatamente:   - “ Ma va là, che sei un pusillanime, è solo il primo momento, quando ti tuffi dentro, ma poi è bellissimo !!! ”

- “ No, no, preferisco starmene qui al sole, al calduccio! “

- “ Si sta bene vero ? Anche a me piace moltissimo il sole ! Però adesso mi asciugo un po' poi mi spalmo un po' di crema, se no va a finire che mi scotto.     Ti sei messo un po' di crema solare ? - aggiunge scherzosa - Devi stare attento, non prendi sole da tanto tempo. Anche se non è il sole di Sicilia ci si può bruciare lo stesso sai !”

L'Occhialuto-piccolo ribatte quasi offeso:   - “ Io non mi scotto, sono abituato da sempre a stare al sole ore intere !”

 Certo che è buffo che io sia nata proprio in Sicilia, che a quel che dicono è tutta circondata dall'acqua, praticamente ci galleggia, e il mare lo abbia visto solo oggi. Forse ero distratta o cieca, per non vederlo, oppure ho dormito tutto il tempo, perché se sono arrivata qui devo per forza esserci passata dentro, proprio come loro adesso. 

 Anche se mi fa ancora paura, il mare però mi incuriosisce moltissimo...

 Aguzzo l'udito e drizzo bene i parafanghi per captare meglio i loro discorsi, chissà che non ne parlino e riesca a capirci qualcosina di più...

    Io ho sempre saputo di non esser fatta per stare nell'acqua, so che se mi penetra dentro mi danneggia, mi impedisce il movimento; le mie ruote sono fatte per spostarmi sulle superfici dure, non su quelle morbide, se perdono la presa sul terreno sono perduta: nella migliore delle ipotesi vado a sbattere contro qualcosa di rigido senza controllo e mi rompo.

 Il mio guscio è rigido e può rimanere chiuso nella parte superiore per impedire alla pioggia di entrare, ma è pieno di aperture nella parte inferiore, perciò se l'acqua è tanta, più dell'altezza delle ruote, può facilmente penetrarmi all'interno, riempirmi tutta e io affondo. 

 I bipedi invece hanno un guscio morbido e fragile, a differenza del mio, con pochissimi buchi molto piccoli, perciò non gli si riempie d'acqua se ci si immergono dentro, anzi possono galleggiarci e affondarci anche per un po' e spostarsi senza pericolo: lo chiamano nuotare.

 Nuotare per i bipedi è un po' come camminare in terra sui piedi, però dentro l'acqua, e LEI e LUI lo sanno fare molto bene.

 Ma io non so galleggiare come i bipedi, e non posso imparare, dovrei proprio essere costruita diversamente, con un guscio tutto chiuso e meccanismi diversi dalle ruote per muovermi. Però mi piacerebbe moltissimo nuotare e comincio a capire perché LORO amino così tanto il mare.   Però ancora non riesco a capacitarmi di come sia riuscita, se non galleggio e non nuoto, ad arrivare  fin qui dalla Sicilia che è in mezzo al mare.

 Intanto, mentre mi stranisco di domande senza risposta e mi arrovento sotto il sole smagliante, i quattro amici continuano a entrare e uscire dall'acqua, a mangiare bere (lo fanno in continuazione, amano farlo e farlo in compagnia),a chiacchierare, a scherzare tra loro e a strofinarsi e tastarsi i gusci caldi di sole senza rompersi, a rotolarsi in quella terra che sembra polvere e gli rimane appiccicata addosso. 

 Sembra proprio che gli piaccia molto fare quel che stanno facendo; nel frattempo i loro gusci cambiano pian piano colore, mentre il mio rimane com'è, forse perché se lo sono spalmato di crema e io no ?

 Finalmente, quando il sole si è spostato un bel po', si stancano di stare lì e si rimettono le loro stoffe addosso, raccolgono quel che hanno sparso qua e là e lo buttano dentro di me, salgono tutti e ripartiamo. Verso il luogo da cui siamo venuti ? Noo, si cambia direzione, a casa ci si può arrivare da tante strade diverse.  Il mare rimane lì dove lo abbiamo trovato, pronto per ritornarci e la sera si va certamente a ballare...



 Infatti quel mare ci ha aspettato e ci torniamo tante altre volte , quella ed altre estati, LUI e LEI da soli, LUI e LEI con un nuovo amico che non parla quasi mai, ma che abita lì vicino e ha paura dell'acqua come me, LEI e LUI con me e Spyder e la sua amica bionda con la mia sorellina Spider, quella scintillante pettegola. Come di amici ce ne sono tanti, anche di mare non ce n'è uno solo; sono tanti mari diversi, ma sempre mare. 

 Ho scoperto pure come ho fatto ad arrivare dalla Sicilia , io che non so e non posso nuotare, 

 

 A pensarci bene avrei dovuto capire anche da me che se i bipedi sono così bravi da inventarsi macchine come me per muoversi più velocemente sulla terra con poca fatica, per portare tutto quel che gli serve da un posto a un altro come i camion i tir e i treni, potevano certo aver inventato anche delle macchine capaci di muoversi nell'acqua e nel mare, e anche capaci di trasportare altre auto e camion e bus e tir e treni. Le chiamano barche, navi, traghetti, macchine che galleggiano e si spostano sull'acqua.

 Più grandi sono, più cose quindi anche macchine varie possono trasportare, dovunque c'è abbastanza acqua  da permetter loro di galleggiare e di spostarcisi da una terra all'altra.


 Però anche se devo ammettere che sono sicuramente molto utili, i traghetti non mi piacciono gran che. Si chiamano così le grandi barche che portano attraverso i mari gli umani assieme a noi auto-mobili di tutti i tipi. Assieme, ma separati: noi dobbiamo stare ferme per tutto il percorso chiuse dentro le loro enormi pance, al buio, tutte vicine vicine e ben legate, per impedirci di muoverci quando la nave si muove sul mare. 

 Mmmrrgh: non mi è mai piaciuto stare chiusa lì come in una prigione che si muove e non vedo dove va, bloccata tra mille altre bloccate e legate come salami come me, prigioniere e impotenti, lontane dai nostri padroni che gironzolano sopra le nostre teste per tutto il tempo...   Ma questo l'ho scoperto dopo aver conosciuto le montagne.

 Un modo orribile di viaggiare, almeno per me, perché per tutto il viaggio il mare sai che c'è, ma neanche si vede, anzi non si vede un accidente di niente, solo il sedere e i fianchi di un'altra o peggio di un tir, e ci si sente guardati  sul dietro e sui fianchi per tutto il tempo, con poca e niente luce, col pavimento che si   muove e vibra e ondeggia e solo ogni tanto qualche omino bianco che viene a controllare se ti sei mossa di un centimetro per sbaglio, se ti ha legato o no per bene al pavimento.

 Insomma un incrocio tra una bisarca, come quella che mi ha portato dalla fabbrica a LORO, ma gigantesca, e un enorme garage che puzza di benzina e gasolio mal bruciati e stantii, con un rumore tremendo e continuo che non si riesce neanche a dormire. Una cosa orribile e un vero strazio!      No, decisamente meglio andare per montagne sulle mie ruote!

 Cosa sono le montagne? 

 Ah, sono meravigliose, imponenti, difficili ma stimolanti, e assolutamente solide!      Terre che si erigono in verticale per immense estensioni, dove ci si arrampica su per strade generalmente strette e tortuose, con la roccia di mille colori che ti sta a fianco enorme e alta come il cielo da una parte e dall'altra strapiombi talvolta così profondi che non si riesce a vedere quasi dove arrivano, giù nel fondo delle valli, dove anche il sole non riesce a penetrare per molto tempo.. Detto così può sembrare che sia poco piacevole, invece è tutto il contrario. 

 Strade strette, storte, a saliscendi ne avevo già conosciute parecchie, sia in città sia fuori, ma non avrei mai pensato di salire e salire per ore intere, andare sempre più in alto senza scendere mai, se non per tratti brevissimi...


                             (continua  l' 11 marzo 2022)


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