Par. 1
Amici ? colleghi ? ma cosa è compagni?
.... Penso a quel che ha detto Bordò a LUI: - Mica se voremo métte' a quistiona' tra compagni ..- e cerco di capire cosa vuol dire. Perché compagno, compagna, compagni sono parole che ho sentite poi tante volte, ma ancora adesso non le capisco bene, non so cosa significano davvero.
LORO parlano dei bipedi che conoscono e frequentano come di amici, o colleghi o compagni e li distinguono con questi nomi a seconda evidentemente del tipo di situazione, di rapporto, in cui si trovavano assieme. Insomma categorie diverse di rapporti tra bipedi umani. Hanno diversi tipi di amici, come pure di colleghi e di compagni.
I bipedi umani considerano amici tutti quelli con cui fanno qualcosa perché lo scelgono, di farla assieme, mentre i colleghi sono quelli con cui producono, cioè ci lavorano assieme, ma non se li possono scegliere.
LUI e LEI hanno gli stessi amici, a parte qualcuno, ma hanno colleghi diversi, perché il lavoro di LUI e quello di LEI sono diversi, in luoghi e con gente differente che nessuno dei due ha scelto.
Ma cosa sono i compagni ? Forse persone che hanno scelto come amici e con cui fanno anche del lavoro, assieme, sempre perché lo scelgono?
Se il lavoro di Bordò è aggiustare quelle come me, quello di LUI studiare all'Università, quello di LEI insegnare a Scuola e sono compagni quale lavoro faranno mai insieme ?
Per ora non lo so, forse lo saprò, prima o poi e chissà che non capisca...
Amici invece lo comprendo meglio, c'è di mezzo certamente dell'affetto, dei sentimenti che ti portano a volere che l'amico stia bene, sia felice, con te e se l'amico è felice sei felice anche tu, è semplice.
Quindi anche io sono loro amica e LUI e LEI lo sono evidentemente amici miei.
LORO hanno moltissimi amici, sono bipedi molto socievoli, e amano passarci insieme tutto il tempo in cui non devono lavorare, studiare e insomma procurarsi tutto quel che gli serve per mangiare e dormire e spostarsi, quindi per badare a me, per vivere.
Amici con cui fare gite e viaggi con me, per vedere luoghi che conoscono o per andare assieme in esplorazione di luoghi e paesi nuovi, con cui passare intere serate in casa dell'uno o dell'altro oppure in qualche locale in città a chiacchierare, ad ascoltare musica, a festeggiare qualcosa o qualcuno, e in questi casi naturalmente io non ci posso partecipare in nessun modo.
Alcuni di questi amici li considerano evidentemente un po' speciali, perché sono praticamente sempre assieme in gran parte delle occasioni in cui hanno tempo libero da impegni di lavoro; per esempio, la Lei-di-LEI quando non è in quella lontanissima Londra è sempre qua in casa fissa giorno e notte, come anche il Moro riccioluto molto spesso, anche se abita qui vicino. E ad essi si aggiungono tutti gli altri tra cui i più assidui sono la coppia di Occhialuti, Spyder, un altro con una cabrio che è molto simpatico e va e viene di continuo perché il suo lavoro è fatto così, un altro ancora che è sempre molto gentile e carino con me oltre che con loro, che si muove in modo buffo ed è sempre molto allegro, e via dicendo, molti tipi diversi si alternano e si mescolano tra una serata e l'altra.
Quando si divertono a casa loro o li porto in quella di qualcuno degli amici in genere per me non è gran che piacevole: a meno che non ci siano altre come me che conosco e che abbiano voglia di chiacchierare un po', o ci sia qualcuna nuova un po' comunicativa devo stare lì ad aspettare al freddo e magari pure sotto la pioggia, che detesto, e mi sento veramente abbandonata.
Per passare il tempo posso sempre guardare un po' in giro e studiare i bipedi che passano, l'atmosfera del luogo insomma, ma spesso mi annoio un po' a stare lì ferma per ore.
Io sono fatta per muovermi, non per stare immobile a motore spento sempre col terrore che qualche sconsiderato bipede incapace di parcheggiare mi graffi il muso o il didietro, mi storca un occhio o peggio me lo rompa nel posteggiare la sua accanto a me o passandomi troppo vicino, perciò queste attese sono sempre un po' angosciose: non so mai se essere contenta di avere un po' di animazione intorno o sia preferibile che nessuno o quasi mi giri troppo da presso.
E puoi giurare che se finalmente riesco a far tacere le mie angosce e sto per godermi un sonnellino pacifico, LORO mi piombano addosso, da soli o con un paio di amici o tre, per coinvolgermi in una di quelle che chiamano scorrazzate notturne.
Però che belle sensazioni nelle belle serate di primavera passate a gironzolare insieme per questa metropoli antica e finalmente silenziosa !
Se non si va in giro per parchi e altri luoghi all'aperto dove si incontrano tra loro e passano serate intere a chiacchierare, a camminare qua e là, a scherzare sotto le stelle, in mezzo alle piante e alle rovine della città antica, ci si incontra con gli amici per andare a ballare tutti assieme - sono LORO che ballano, naturalmente, io non ho neanche idea di cosa sia - in posti dove io non posso neanche affacciarmi a guardare e devo aspettarli fuori.
C'è un posto in una parte della città dove vanno a ballare spesso; c'è una specie di zona di campagna, con l'erba alta e qualche grosso albero intorno, sopra e intorno a una collina piccola che chiamano Testaccio.
Dall'altra parte della strada dove mi lasciano c'è un muro alto, lungo quanto è lunga la strada, che chiude alla vista un posto che forse è un grande giardino, perché molti alberi alti e verdi ne spuntano fuori con le cime, che LORO e gli amici chiamano Cimitero Inglese.
Passandoci davanti di giorno ho intravisto dall'arcata che si apre a un certo punto del muro che c'è dentro una specie di parco dove oltre agli alberi, le piante e i fiori che ci sono in ogni parco, è pieno anche di piccolissime case di pietra tutte decorate di immagini di bipedi e altre cose e di vecchi pezzi di marmo poggiati in fila per terra che servono ai bipedi umani per conservare quelli di loro che muoiono.
E' davvero una enorme stranezza da bipedi e mi è stato veramente difficile riuscire a comprendere che cosa sia un cimitero! E non sono neanche sicura di esserci riuscita, continuo a trovarla una cosa assurda e stupida, se non fosse per gli alberi e la grande, assoluta tranquillità che c'è lì dentro, credo proprio che non serva a niente.
Però loro bipedi umani ci sono molto affezionati tanto che ne hanno anche diversi sparsi qua e là per la città e anche fuori: pare si tratti per loro di una consuetudine antichissima e fin dai tempi più lontani hanno costruito queste specie di casette nelle forme più diverse abbellendole come e meglio delle case vere; LEI che sa tutto delle vecchie costruzioni dice che per gli umani sono arte e mi ha portato in giro per il mondo a vederne di così vecchie, che spesso è difficile riconoscerle come opere umane. Ma è così entusiasta alle volte di queste cose: bisogna vederla cosa è capace di dire e di fare quando ne trova e più sono vecchie, rovinate e difficili da riconoscere e più è contenta!
Sostiene che è importantissimo capire come e perché sono state costruite così nei tempi antichi, per comprendere come vivevano i bipedi di allora e scoprire come e in cosa sono cambiati e se sono cambiati, e tutto ciò serve a costruire meglio le cose di oggi per il futuro. Questa a quanto pare è la sua occupazione preferita, quella che poi utilizza nel suo lavoro a Scuola e nell'altra cosa che fa, che chiama arte.
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