par. 3
dove il mio amico GATTO... mi abbandona.
... - “ Ora dobbiamo dargli le medicine come ha detto il dottore. Certo non doveva mangiarsi le mimose ma ormai ha vomitato tutto... è giovane, ce la farà .. “
- “ Speriamo bene...” bofonchia LUI mentre siamo già arrivati a casa, mi piantano lì e salgono di corsa.
La Gattona-mammona si avvicina subito, quasi ci stesse aspettando, e mi annusa perplessa, preoccupata, poi arrivano gli altri due e mi gironzolano intorno interrogativi. Certo hanno visto da lontano GATTO con LORO, forse sentono che c'è qualcosa di insolito, di triste, qualcosa che non va, ma non so che dirgli, non capisco bene neanche io che sta succedendo.
Ma mentre il mio motore si raffredda e rifletto su quel che ho visto: qualcosa mi dice che GATTO sta così male che non lo vedrò più...
Chissà perché lo sento nei miei ingranaggi, nel mio guscio: non lo vedrò più scendere dai muri di soppiatto per combinare qualche scherzo dei suoi assieme con gli amici di strada, facendo spender fiumi di parole alle solite malelingue locali...
Non avrò più la gioia e l'orgoglio di portarlo con me seduto come una sfinge sul mio tettuccio aperto, trionfante e impavido a bearsi dell'aria, del vento che gli arruffa la pelliccia nera, della velocità. Bello e regale con le sue orecchie aguzze diritte in testa come un diadema...
Nessuna sorpresa, quando li devo accompagnare, due giorni dopo, addolorati e sconvolti alla casetta minuscola-Cantuccio che amano tanto, con una piccola scatola, solo una tristezza così grande che mi rende incapace di esprimerla...
Quando devo assistere immobile e impotente mentre scavano una piccola buca in terra, sotto un albero, quando ci poggiano dentro la scatola e la richiudono con la terra tolta, con amore e dolore, e lacrime, perché gli umani bipedi piangono.
Ma io non posso..
E mentre torniamo nella notte LEI racconta sommessa: di quando avuto GATTO in meraviglioso dono da un amico, un piccolo batuffolo guizzante come argento vivo, ma pieno di pulci; di quando gli ha fatto il bagno non sapendo come altro fare per levargliele di dosso; di quanto poi GATTO amasse l'acqua al punto di tuffarsi nella vasca e perfino in mare a nuotare assieme a LEI.
GATTO, nero e singolare, affettuoso e indomito, primo gatto amico nella vita di LUI, che li aspettava per fargli festa alla finestra della vecchia casa, quella che non ho mai visto.
GATTO nero dagli occhi dorati, capace di beffare sempre il feroce tagliatore-di-code che faceva strage tra i mici della zona della vecchia casa, inarrivabile nel rendersi invisibile a chiunque...
Sento così grande il LORO dolore ed è la prima volta che mi succede di soffrirne anche io.
GATTO nero adorabile non c'è più.
Ma la Gattona-mammona, che LORO chiamano Mignotta, lo cerca disperata per giorni e notti sopra e sotto di me e ovunque nella strada, invano, poverina.
LORO vorrebbero cercare di consolarla, adottarla in casa con loro, e passano metà delle notti cercandola e chiamandola: “ Mignotta ! Mignotta, vieni qui ! Vieni, che c'è pappa buona per te !”
La Gattona-mammona ogni tanto si fa convincere a seguirli piantando in asso i suoi amici, forse la fame o forse l'illusione di ritrovare GATTO, ma son di più le volte che rifiuta qualunque allettamento e rimane sorda ai loro richiami affettuosi.
Purtroppo chi non rimane sordo neanche un po' sono i soliti antipatici bipedi che incrociano nei paraggi con le loro chiacchiere stupide e impiccione.
IL fatto che LORO cerchino di convincere coi loro richiami Mignotta, ossia la Gattona-mammona, a lasciarsi adottare, a cambiare vita, insomma, ha come inevitabile corollario il fatto che mi tocchi poi sentire Cespuglioso e l'omino-che-parla-col-fischio che spendono ore e ore a commentare la cosa con a consueta, virulenta malevolenza.
Infatti pare che Mignotta sia una di quelle parole che non si devono dire, soprattutto in pubblico, figurarsi poi usarla per chiamare non si sa chi a gran voce nel cuore della notte !
Un vero scandalo, secondo questi stupidi catoni locali che hanno impiegato giorni e settimane per riuscire a capire che LORO stanno solo chiamando la Gattona-mammona, l'amica del cuore di GATTO nero che con loro gran dolore non c'è più, e che è solo il loro modo per continuare ad amarlo, per illudersi di soffrire un po' meno...
Ma le conversazioni di questi due idioti con tutto il vicinato si alimentano di questo scandalo fino alla nausea, la mia i particolare che sono costretta a subire le loro maldicenze. Finché un giorno anche la Gattona-mammona/Mignotta sparisce definitivamente chissà dove e la querelle si esaurisce, finalmente, per lasciare il posto a nuovi argomenti più freschi e pruriginosi.
Infatti nel frattempo accade, e lo so ben io che li porto sempre avanti e indietro e dovunque, che l'amico Moro riccioluto e LUI sono sempre assieme, di giorno e di notte, e quasi sempre ad azzuffarsi tra loro, con LEI che cerca di metter pace e di distrarli dalle loro perenni discussioni a due e a tre, quasi mai con successo.
Una sera mentre sto portandoli con me tutti e tre assieme la consueta discussione è sul che fare assieme, un tema che ricorre molto spesso: LUI vuole andare a ballare nel solito locale, il Moro vuole andare al cinema ( che non so cos'è) e LEI sta pensierosa in attesa paziente che si decidano. Intanto proseguiamo a girellare per la città vecchia, ma i due contendenti continuano, ognuno incaponito sulla sua idea, a non riuscire a mettersi d'accordo e la discussione si fa piuttosto noiosa. Mentre stiamo passando per la terza volta davanti a quel gran monumento tutto bianco che sta da una parte della piazza Venezia, LEI da dietro ( sta sempre dietro quando c'è il Moro, o altri, con la scusa che è piccolina e pieghevole) all'improvviso apre bocca e con un tono che non ammette replica fa a LUI al volante:
- “ Fermati, per favore! Io scendo qui”
Ci fermiamo accosto al monumento, LUI e Moro cercano di protestare, ma lei insiste: - “ Dai,fammi scendere ! “
Il Moro sembra ipnotizzato, apre lo sportello ed esce, lei salta giù veloce e dichiara, come spiegazione: - “Mi avete veramente scocciato, tutti e due. Fate quello che vi pare, decidete quello che volete, anche di continuare a discutere tutta la notte. E pure domani. Io stasera ho voglia di starmene da sola, senza di voi, capito ? ”
Poi sorridendo amabilmente a entrambi (Moro è rientrato e si è riseduto): - “ Ciao,ciao ! Ci vediamo ! Divertitevi, eh?”
La vedo che si gira e parte diritta e decisa sul marciapiede sulle sue due gambe in direzione opposta a quella da cui siamo venuti, allontanandosi nella notte. LUI e il Moro rimangono lì muti per un po', hanno finalmente smesso di azzuffarsi, poi ripartiamo piano, lì non si può sostare; LEI intanto è già sparita all'orizzonte, senza lasciare traccia.
( continua il 23 febbraio 2022)
Nessun commento:
Posta un commento