giovedì, gennaio 13, 2022

CAROLINA auto-biografia cap. 3 par. 1

Cap. 3   Dei miei primi viaggi e delle relazioni tra bipedi e tra bipedi ed auto. Scopro che le case possono essere molto diverse da come pensavo.



 Il mio primo viaggio in autostrada a Firenze con LORO è stata una vera esperienza, che ha influenzato profondamente la mia vita e la mia visione del mondo. Mi permette di cominciare a prender atto che non solo bipedi, auto e quadrupedi sono diversi tra di loro, ma anche che ogni bipede è differente dall'altro, non solo per colori e forme, come me rispetto ad altri veicoli, ma anche nel comportamento nei confronti delle stesse auto.
LORO sembra proprio che considerino me Carolina, la LORO auto, come un prolungamento dei propri piedi e anche del proprio cervello, perché i bipedi hanno un cervello e sanno assolutamente di averlo; per me è difficile veramente capire come funziona, perché io non ce l'ho e ne sono perfettamente consapevole, conosco tutte le mie parti e so che non c'è niente che sia neanche lontanamente simile. Eppure  anche io ho sentimenti e ragiono.. come è mai possibile?

 E  mentre sono qui continuo a chiedermi se è solo l'avere il cervello che permette ai bipedi di parlare e comunicare tra loro, cantare e ridere, arrabbiarsi e abbracciarsi come li vedo fare, metto in fila i ricordi di tutti i bipedi umani che ho conosciuto e mi rendo conto che molto spesso li ho visti con tutti i loro umani cervelli fare cose che mettono in pericolo la  loro incolumità, addirittura la loro vita o che che la rendono scomoda, sgradevole, difficile, che li fanno soffrire anziché gioire, esser tristi e piangere anziché ridere allegramente, insomma  far cose assolutamente, incomprensibili, che io non farei manco morta anche se il cervello non ce l'ho.
 
 Certo è facile criticare per una come me che non posso neanche decidere di muovermi da sola, andare dove mi pare e come mi va  senza  che ci sia un bipede che mi guidi, mi scelga la strada e le azioni da fare.  Men che mai adesso che sto qua ridotta a un ammasso di ferrovecchio rugginoso !

 Però gli umani, LUI compreso, talvolta fanno cose che sono davvero misteriose.  
 Per esempio LUI è capace di portarmi in giro per ore fermandosi qua e là, spesso senza  neanche scendere, e poi ripartire a un certo punto con un amico assolutamente nuovo per fermarsi dopo un po' in un posto semivuoto e rimanere lì per un po'.
 Parlano pochissimo, non capisco nulla di quel che si dicono, passano quei momenti principalmente ad agitarsi tutti intrecciati facendo rumori stranissimi che sembra quasi si facciano male,  e per giunta mi scuotono tutta, che qualche volta se non fossi ben salda sulle ruote rischierei di rovesciarmi. Poi quando smettono in genere sono tutti contenti e ripartono lasciandosi praticamente al primo incrocio,  talvolta con un bacio, più spesso dicendosi “Ciao!” che è il saluto universalmente più usato dai bipedi umani tra loro ovunque e comunque.   
 Sembra che LUI, e anche i nuovi amici, che poi in genere non rivedo mai più, si divertano molto a far amicizia, ma forse non è poi così divertente se smettono di frequentarsi ! 

 LEI invece, ed è davvero strana secondo me, LEI non mi porta mai in giro da sola. Forse non sa farlo? Forse non le piace, ma mi auguro di cuore di no!
 Probabilmente è troppo occupata tutto il giorno con la sua Scuola che sta a distanza di piedi, i suoi ragazzi, i suoi colleghi, il suo lavoro; quando, di rado, esce con la sua amica neanche mi guarda in faccia perché se ne va con la mia clona invariabilmente  e per il resto del tempo LORO stanno sempre assieme e LUI è sempre al volante e non sopporta neanche di vederla salire sulla rossa del suo amico Spyder o di qualunque altro amico !
 Chissà, mi piacerebbe proprio vedere LEI come mi guida, come se la cava col traffico e il resto, distratta com'è da mille pensieri... per ora devo accontentarmi di scarrozzarla qua e là con LUI, ma non si sa mai.
 LORO usano diverse parole per catalogare i vari  bipedi con i quali hanno a che fare e ancora adesso non mi è del tutto chiaro che cosa rappresenti ciascuna di esse. Visto che non ho nulla di meglio da fare qui voglio provarmi a fare un elenco  di queste parole, a definirne il significato, il valore che gli danno, in base all'esperienza, la mia ovviamente, per esercizio e soprattutto per passatempo.

 Allora da dove parto? Beh, le parole che LORO usano più spesso per la gente bipede che frequentano sono sicuramente “amico/amica”, poi “collega” e “compagno/compagna” ed evidentemente con esse indicano differenti categorie di rapporti.  
 Quelli con cui si  ritrovano per divertirsi sono evidentemente “amici”, mentre “colleghi” è lo usano per dire che ci lavorano/studiano; “ compagno” mi risulta più difficile, ma probabilmente lo usano per dire che si è in un rapporto di collaborazione e aiuto reciproco, anche affettivo, in vari ambiti assieme.

 Il “volersi bene”, “l'amarsi” è qualcosa che coinvolge i sentimenti, le emozioni, le sensazioni, e generalmente si manifesta solo tra amici e tra compagni, ma non sempre con la stessa intensità. Ma è molto importante per gli umani incontrarsi e costruire liberamente interrelazioni tra amici, tra compagni e anche tra entrambe le categorie, perché è il modo più semplice e immediato per sviluppare la loro socialità e  rispondere così alla loro esigenza naturale di legami affettivi forti e durevoli nel tempo, da cui sviluppare sicurezza di sé, senso di responsabilità e senso di solidarietà reciproca. Insomma gli amici e i compagni ciascuno se li sceglie liberamente, e i rapporti che si sviluppano sono solo quelli che essi stessi decidono di volta in volta di coltivare.

 Tra  “colleghi” invece non ci si sceglie, se non rarissimamente: il rapporto non è motivato dalle proprie reciproche emozioni, ma solo dal fatto che ci si ritrova a svolgere lo stesso lavoro o studio, che poi è qualcosa di simile, e l'unico scopo del ritrovarsi assieme è produrre risultati utili, generalmente per altri, nel tempo stabilito quando qualcun altro che ne ha la responsabilità lo decide, quasi sempre del tutto  autonomamente rispetto alla gente che ci lavora. 

 Insomma tra amici ciascuno può distinguere tra diversi tipi di esperienze che si fanno con ciascuno liberamente tra pari e possono essere emotive, fisiche, intellettuali, sessuali, ludiche, sia separatamente, sia in parte o anche tutte assieme.

 Tra “compagni” le scelte di gruppo prevalgono su quelle individuali e vi si aggiungono le attività in comune, in cui la libera scelta individuale cede il campo alle libere scelte di tipo maggioritario.
 Quindi è facile capire perché LUI e LEI abbiano amici in comune e anche compagni, ma colleghi diversi.

 Alla luce di queste riflessioni mi chiedo a quale di queste categorie appartenga il rapporto che c'è tra LUI  e LEI.  
 Non sono colleghi, questo è certo, ma sicuramente sono compagni e anche, quasi sempre, amici. Ogni tanto ho colto un accenno al fatto che sono sposati, che sono marito e moglie, specie orecchiando al volo le chiacchiere dei colleghi di LEI davanti a  Scuola mentre aspettiamo che esca, per ultima naturalmente, come  d'abitudine, ma LORO non parlano mai di loro stessi con queste parole, preferiscono dire piuttosto compagno e compagna...
 Però che si vogliono bene è evidente, a tutti, non solo a me!

 Quando sono liberi dai loro impegni di lavoro e studio fanno insieme un sacco di cose in giro per la città con con gli amici, con i compagni. 
 Con i colleghi mai. 

 E poi ci sono le vacanze! 
 Le vacanze sono un periodo bellissimo, perché vedo e imparo un sacco di cose, su LORO e su me. 
 E siamo assolutamente liberi
 Vacanza significa che lasciano tutto, pure casa, e ce ne andiamo assieme in giro per il mondo per divertirci a esplorare, a caccia di avventure ed è bellissimo soprattutto con LORO,  anche se dura sempre troppo poco e bisogna ritornare... 



(continua il 14 gennaio 2022)



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