lunedì 1 novembre 2010
Intervista di Sofia Rondelli a Roberto Maggiani
“[…] Maggiani è un poeta sensibilissimo, che pone la sua voce su quella soglia che separa, labilmente, il limitato dall’illimitato (e l’uomo da dio). Così, la poesia medesima si rivela come l’estremo gioco di un acrobata: da una parte, essa è tutta sospesa sopra il vuoto dell’inconsapevolezza e della mancanza; dall’altra, è invece spinta a mirare verso l’alto, verso l’oltre, di là dal suo stesso sguardo. Ed è proprio nell’istante della visitazione del verso – dono che non appartiene al poeta, ma che il poeta riceve, e a sua volta trasmette – che la scrittura assurge ad angelica testimonianza di immediato collegamento tra l’individuale e l’universale, tra stupore e attenzione, tra sogno e coscienza. […]”
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Mario Fresa sul blog farapoesia
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