domenica, gennaio 30, 2022

CAROLINA auto-biografia Cap.5 par. 2 Motorino ? Ohimé...

Par. 2
 In cui provo sul mio guscio la malvagità di quei cosi a due ruote, ma scopro che esistono gli angeli.

 ..  Mi vedo ancora davanti al muso quel dannato coso col suo stupido bipede sopra che mi viene contro senza neanche guardare; sbuca all'improvviso svoltando dalla destra mentre sto ferma buona buona allo stop aspettando il mio turno per passare all'incrocio, con LUI che tamburella sul volante perché ha un po' fretta.

I ragazzi, giovani bipedi di tutte le misure, stanno già uscendo da Scuola come al solito sciamando da tutte le parti e schiamazzando e l'omino nero-blu col cappello bianco ha il suo da fare per impedire che si scontrino anche a piedi; tra un po' esce anche LEI e LUI vuol esser certo lì a raccoglierla per farle una sorpresa.

 Ed ecco che quel cretino al cubo in motorino all'ultimo momento si accorge che sono lì, inchioda i freni e vola diritto verso il mio musetto e io che sono ferma lì non posso fare niente, niente di niente per evitarlo. Per evitare che atterri sul mio bel cofano lucido e scintillante con un gran botto che mi gela la benzina nei tubi...

 LUI grida, il bipede volante atterrandomi sopra strilla anche lui e l'omino nero-blu col cappello bianco si agita e schiamazza avvicinandosi con aria feroce.

Il giovane cretino scivola per terra dal mio musetto e continua a inveire mentre  LUI salta fuori e lo apostrofa molto rudemente, senza più urlare, ma decisamente infuriato, anzi infuriatissimo. Il cretino continuando a sbraitare si rialza dalla strada, il mio occhio contempla stranito il suo veicolo tutto storto e ammaccato steso davanti a me con una ruota in aria che mi gira malinconicamente proprio davanti al naso.  La confusione e lo schiamazzo sono al massimo, i ragazzini si affollano intorno tenuti a bada a stento da qualche adulto, ma io sono ammutolita perché LUI mi ha spento il motore prima di scendere.

 Sono sconvolta, non ci vedo più da un occhio e sento che il  mio bel cofano è appiattito, ormai ridotto tutto un'ammaccatura, il paraurti è sganciato, forse distrutto per sempre e chissà quali altri malanni mi sono capitati...          Mi sento disperata, per me e per LUI, che sta difendendomi come un leone dalle accuse insensate di quel disgraziato giovinastro che urla improperi contro di me come se non fosse stato proprio lui a causarmi così tanti danni che temo non sarò mai più come prima!



 Ma ecco che l'omino nero-blu prende il controllo finalmente della situazione, urla al cretino con molta decisione di stare zitto e piantarla di strillare, e quando finalmente quello chiude la bocca gli chiede nome e cognome eccetera e scrive tutto, poi chiede anche a LUI le stesse cose e continua a scriversele. In quel mentre, attirata dalla confusione dei ragazzi bipedi che si affollano intorno, appare LEI. Anche se è preoccupata non lo dimostra, è calma e gentile come fosse in un salotto, ma molto decisa  e con quattro parole disperde i curiosi e poi si presenta all'omino nero-blu che diventa istantaneamente gentilissimo. 

- “ Stia tranquilla, professoressa, per fortuna non si è fatto male nessuno! Si, sì, ho già verbalizzato tutto quello che è successo: questo ragazzo qui - indica il cretino  -  è quello che guidava il motorino!   Solo che il motorino non è suo, è di uno che conosco che c' ha il negozio là dietro. Lui dice che l'ha preso in prestito, il motorino, ma mi sa che lo ha preso senza permesso, anzi, senza neanche chiederglielo...     Penso che il proprietario si arrabbierà moltissimo appena saprà che glie l'ha distrutto !!”

 Prosegue quasi con l'aria di volere impietosire LORO:

- “ Eh si, professoressa, il signorino qui dovrà pagare tutto quel che ha rotto di tasca sua, perché l'assicurazione non è valida se lo guida uno che non è il proprietario. Ha combinato un gran bel pasticcio davvero !”

 LEI lo guarda, e fa fredda fredda all'omino nero-blu:

- “ Beh, quanto a questo credo che quel signore amico suo, il proprietario, si arrabbierà ancora di più, perché oltre ai danni del SUO motorino, dovrà pagare anche i danni della NOSTRA auto!

 Quanto a lui – e indica con un gesto il ragazzo che ascolta muto, finalmente -  è bene che impari prima possibile che chi va in giro divertendosi a mettere in pericolo gli altri è responsabile dei danni che provoca.    Mi auguro proprio che questa esperienza gli serva per capire che i motorini non si “prendono in prestito”, soprattutto all'insaputa dei proprietari: sono giocattoli pericolosi se non si sa usarli correttamente !!”

 LUI rincara la dose:

- “ Pensi che poteva succedere con tutti questi ragazzini in giro per la strada... se invece di investire la mia macchina avesse investito uno di loro !!!”

 L'omino nero-blu si dichiara d'accordissimo e fa volenteroso:

- “ Visto che conosco il proprietario del veicolo, ci penso io appena ho ho finito il mio turno qui davanti alla Scuola a  riportare con quest'incosciente il motorino a 'sto signore, che c' ha il negozio qui dietro !!    State tranquilli, non avrete nessun problema con l'assicurazione, perché questo qua – e da una scrollatina al ragazzo che nel frattempo tiene ben stretto per un braccio – c' ha torto marcio.   E non vi preoccupate per i danni, eccovi la copia del verbale ! - e aggiunge con sollecitudine – Menomale che ringraziando iddio nessuno s'è fatto male !!   Vero - e da un altro sgrullone al cretinotto - che non ti sei fatto male ?

 Quello è diventato un agnellino, balbetta che un po' male gli fa, il sedere, su cui è atterrato scivolando dal mio cofano.

 Effettivamente qualche graffio ce l'ha, ma neanche sanguina, ed è tutto intero e si muove perfettamente, lo vedo anch'io con un occhio solo! Ma l'omino nero-blu lo guarda con aria feroce, gli da un'altra sgrullata  e gli fa:

- “ Ti sta bene, così te lo ricordi almeno per un po', quando ti siedi !  E' tutta colpa tua, hai fatto un gran casino! Se almeno stavi attento e andavi piano non succedeva e ringrazia questi signori, perché mica tutti sarebbero rimasti così tranquilli davanti a una cosa del genere !   E spero che tuo padre ti regali almeno un bel paio di ceffoni, perché te li sei  strameritati !”

 Io sono assolutamente del suo parere, anzi mi dispiace di non aver avuto modo di procurargli qualche ammaccatura in ricordo alla sua, di carrozzeria!

 Sono talmente presa da quel che mi accade intorno che non penso neanche a chiedermi come son conciata io, finché l'omino nero-blu non se ne va col suo cappello bianco, sempre tenendo ben stretto il cretinotto che lo segue docile come una pecora trascinando faticosamente il relitto della sua impresa.

 A questo punto tutte le angosce possibili mi assalgono: riuscirò di nuovo a muovermi ? Come farò con un occhio solo ? Che cosa mi succederà ? Eccetera.    Ma non ho neanche il tempo di pensarci che LORO entrano e LUI mi accende il motore... 

 Oh gioia sublime sollievo !!!

 Il mio cuoricino batte come se niente fosse, la benzina riprende a scorrere nei miei tubicini, le mie ruote a girare. Così riparto pian pianino, con molta circospezione, schivando i miseri resti di vetro del mio povero occhio, cigolando un po' a causa  delle ammaccature, del parafango mezzo storto e del paraurti ciondolante. Mentre andiamo li sento discutere su come curarmi e dove, ma non ho neanche il tempo di capire bene cosa decidono, perché arriviamo, mi ritrovo parcheggiata nel solito posto e LORO spariscono in casa.

 Sono così provata che non ho voglia di scambiare un saluto con le vicine che mi scrutano curiose, e nemmeno con il trio felino che mi annusa con aria interrogativa da tutte le parti sorpreso di vedermi evidentemente un po' cambiata.

 Me ne rimango lì zitta zitta, cercando di non farmi domande, finché mi appisolo sulle mie quattro ruote: LORO hanno detto che mi si aggiusterà, non sarà difficile e io mi fido ormai, so che mi vogliono bene.      Certo non dovrò attendere a lungo per togliermi la curiosità di vedere che succede: LUI è ben deciso a rimettermi a posto subito, con i danni che ho non posso circolare al buio, guercia come mi ha ridotta quell'incosciente! E non poter andare in giro così  per LORO è inaccettabile, visto che gli piace tanto andar dappertutto di giorno e  di notte.     Infatti non faccio in tempo a rilassarmi che LUI arriva, salta dentro, mi accende e partiamo, ma appena partiti svoltato l'angolo già arriviamo. Praticamente sono sotto casa e ci fermiamo sul marciapiede davanti a un negozio tutto aperto sulla strada – ha qualcosa di vagamente simile al grande garage dove mi hanno aggiustato appena arrivata- da cui appena ci vede salta fuori tutto sorridente e gentile un omino bordò.  

 Beh, menomale che quest'omino qui non è blu, in compenso sul bordò ha qualche chiazza qua e là di colori diversi e ce ne sono altri di mille colori che si affaccendano intorno a una mia sorella dentro al negozio. 

 Uno gioca con il suo muso e le sue orecchie pieni di chiazze grigie sparsi tutto intorno, spettacolo inquietante , ma non ho neanche il tempo di cominciarmi a  spaventare  che l'omarino bordò saluta allegramente LUI, mi guarda ed esclama:

- “ Ma che j'ai fatto, a 'sta porella ? “

 Capisco che sta parlando di me, perché LUI si schermisce ridendo poi gli  racconta le nostre disavventure e gli chiede di aiutarlo a risistemarmi velocemente, anche per i soldi e l'assicurazione.

 Bordò si mette a ridere, poi gli fa velocemente la sua diagnosi e prescrive la cura:

- “ Ma nun te devi preoccupà ! E' solo un po' abbozzato er cofano e er paraurti, er parfango c'he 'n paio de graffi  e bisogna mette' novo er faro sinistro.     Robba de un paro de ggiorni de lavoro ar massimo: 'na matinata  pe' levà li bozzi e pe' stucca' , n'antra pe'liscià  e vernicià.     Poi c'è solo da montà er paraurti e er fanale.     Pe' li sordi devi da sta' tranquillo, nun c'è probblema: te faccio er preventivo subbito pe' l'assicurazione, così se sbrigheno a pagà. A me me li dai con comodo, quanno te pagano, tanto lo so che tu nun scappi !” - e ride allegramente.

- “ Ma sei sicuro che verrà bene?” gli fa LUI ansioso

 Io sono lì che ascolto col batticuore il verdetto, i dubbi mi perseguitano.

- “ Ma se t'ho detto che nun te devi preoccupà ! - insiste Bordò – Vedrai che ritorna bella come prima, anzi, pure de più!  Te ce do 'na passata generale de vernice e te la lucido puro a specchio ! Lo sai che c'ho 'na passione ,pe' 'sta  machinetta, e te la tratti come se fosse 'n caretto ! Manco la lavi mai !”

 Mi sento così felice che lo bacerei, questo Bordò, se potessi, ma LUI insiste:

- “Oh mi raccomando i tempi, lo sai che mi serve, con i miei che stanno all'altro capo di Roma e l'Università! “

- “ Sì sì – fa Bordò e ride – t'ho sgamato bbene che te serve d'annà in giro a tutte ll'ore ! E te lo ripeto: prima me la lasci e prima la famo: io te l'ho detto già quanto ce vole, de tempo e pure de sordi; e stà tranquillo, tanto stamo a due passi e potete venì o te o LEI a vede' come viene ! “

 Io ho già intuito che Bordò conosce bene LORO e sono amici. Non lo sapevo proprio, ma sono tante, di LORO, le cose che non so, e mi sento pronta ad affrontare tutto ora che sento che non solo mi aggiusterà a nuovo, ma mi coccolerà e mi farà ancora più bella ! 

 Spero solo che non mi faccia troppo male...

 Perciò, mentre LUI se ne va rassicurato a raccontare sicuramente tutto a LEI, io rimango lì, con Bordò e Chiazza che si affaccendano intorno a me borbottando tra loro e toccandomi e battendomi con le nocche qua e là, evidentemente valutando i danni e decidendo come procedere al mio restyling.

 Poi l'uno sposta la mia sorella rappezzata fuori, mentre l'altro mi mette in moto, mi fa entrare al suo posto, spegne tutto  e mi blocca. Velocemente mi tirano su il cofano abbozzato, lo staccano e lo poggiano giù, mi smontano l'occhio accecato e quindi il paraurti che penzolava e poggiano lì accanto anche quelli.

 Bordò afferra il paraurti, lo appoggia su una specie di tavola imbottita e comincia a batterlo qua e là con decisione con oggetto lungo e duro. 

 Fa un rumore che mi stranisce, ma lui non pare affatto farci caso e continua finché non vedo che pian piano il pezzo del mio musetto storto ed incavato dall'impatto sta riassumendo la sua naturale forma convessa, mentre Chiazza intanto fa lo stesso trattamento al cofano poco più in là.

 I botti che fanno sono forti, ma niente in confronto a quello fatale e sono felice di non sentire alcun dolore...  

 Intanto tra un colpo e l'altro commentano tra loro la dinamica dell'incidente;  Bordò è quello più arrabbiato col ragazzotto imbecille e quelli come lui e ne dice di tutti i colori su chi pensa solo a correre come un proiettile impazzito con un motorino tra le gambe, senza pensare mai che oltre a rompersele, le sue gambe, potrebbe pure ammazzare qualcuno, a cominciare da sé stesso e non solo sbattere su qualche auto ammaccandone la carrozzeria.

 Chiazza gli fa notare che per loro è lavoro, riparare i danni che produce gente così, ma Bordò è proprio infuriato e sbotta:

- “ Ma magari se le rompessero tutte e due, le gambe, e pure le braccia e la testa, tanto non gli serve a gnente, così non metterebbero in pericolo altra gente che nun c'entra, che va pe' la sua strada perbene ! - e sghignazza  acidamente – Noi c'abbiamo già tanto de quer lavoro co' quelli che nun sanno parcheggià 'na machina senza sbàtte avanti e dietro e pure le fiancate !”

 Intanto tra una chiacchiera e l'altra ha finito di tormentarmi il muso. A questo punto afferra un barattolone, ne pesca fuori con uno stecco una pasta molle grigiastra e comincia spalmarmela qua e là, proprio in corrispondenza delle zone  dove a furia di battere è venuta via la vernice e poi la liscia per bene.

 Ecco perché le altre qui hanno tutte quelle macchie grigie sul guscio ! Sta capitando lo stesso anche a me: evidentemente mi fanno una pelle nuova dove  la  precedente si è staccata dal guscio !

 Sagace, decisamente. Insomma questi due sono veloci carini ed efficienti, non c'è che dire, anche il cofano ha ha di nuovo la sua forma e naturalmente è quasi una chiazza grigia unica.    Rimane da vedere cosa succederà al mio povero paraurti, che è proprio molto storto, accartocciato quasi, quando cominceranno a batterci su per raddrizzarlo. Infatti come temevo alla terza botta, quando sembra  che sia di nuovo com'era prima, un pezzo si stacca proprio e un altro lo segue. Acciderba, e adesso ?  Chiazza bestemmia un po', ma Bordò non trema, fa solo deciso:

- “ Nunc'è proprio gnente da fa', c'abbiamo provato, ma era troppo conciato!  Se vede che c'è cascato sopra de peso... doveva esse' grossetto arquanto e co' tutto er motorino pure!

 Lo dovemo smontà e sardà tutti i pezzi a sinistra, sennò capace che lo dovemo buttà proprio e méttecelo novo !  Che famo? - fa allegramente al compare - Sardi tu o sardo io ?”

 Chiazza borbotta che c'è anche il parafango, da sistemare e allora Bordò magnanimo gli dice:

- “ Vabbè, ho capito, è mejo che sardo io e te me te fai er parafango per benino, ma me raccomando la precisione eh! Sennò – scherza – va a fini' che me tocca de sardà pure quello !!!

Chiazza si dichiara d'accordo, afferra di nuovo l'arnese e ricomincia a battere il parafango, stavolta pian pianino, lisciandolo con cura e ridandogli forma. E' proprio gentile, i suoi colpi e colpetti ormai non solo non mi terrorizzano più, ma sono una piacevolissima musica per le mie orecchie.

 Ma che cosa sarà “SARDA' ” ?

Da come Bordò l'ha detto sembra qualcosa di forte, di violento, insomma ricomincio a preoccuparmi. Ma non faccio in tempo a chiedermelo che Bordò afferra un grembiulone rigido e se lo mette davanti a coprirsi tutto poi si piazza una specie di maschera sulla faccia.

 Nel frattempo ha messo in moto una macchina strana che fa un rumore sordo e ronzante; ha un lungo tubo sottile che finisce in una cosa a punta da cui esce una fiamma azzurra, piccolina, ma con l'aria molto pericolosa, che sibila come un serpente. Poi afferra i pezzi del paraurti, li poggia  sul bancone, li ferma con dei cosi di ferro nella posizione giusta. Tiene il tubo con la fiamma azzurra in cima  con una mano, nell'altra ha una lunga bacchetta che appoggia con la punta sul paraurti proprio dov'era il pezzo staccato che ha riavvicinato fino a farlo combaciare. Allora ci punta sopra la fiamma azzurra ed ecco con grande stridore una luce accecante mentre miliardi di scintille incandescenti schizzano intorno !

 Sono affascinata malgrado la paura, e capisco perché si è mascherato così quando una scintilla lucente mi cade rovente sul parafango buono bruciacchiandomi la vernice. Orrore, eppure non riesco a mettere di guardare...Incredibile, quando smette con la pioggia di scintille e la luce accecante, il tratto del paraurti che era rotto, ma lucido, è diventato rosso brunastro ma è di nuovo attaccato ! Bordò lo controlla per vedere se ci sono altri punti staccati, poi lo stacca tutto soddisfatto dai supporti, ne saggia la tenuta e fa tutto contento:

- “ Hai visto che sardatura? Mo è più forte de prima!!!      Ma te te dovresti imparà pure te a fa'le sardature fatte bene così, sennò che cavolo de carozziere pòi esse' ?”

 L'altro annuisce con l'aria un po' mogia e intanto tasta con le dita il parafango per sentire se è liscio e della forma giusta. Intanto Bordò continua:

 “ Alliscia, alliscia bbene, e stucca largo così stanotte te s'asciuga e domatina te scartavetri per bene tutto!   Intanto mo 'sto paraurti è mejo che novo, però devo rifallo cromà.    Domatina presto te vieni qua a apri' e prepari bbene i pezzi; io vengo un po' più tardi, così passo a cromà er paraurti e a pijà er faro novo. Mo appena hai finito lì se n'annamo a casa, che s'è fatta l'ora de chiude' anzi è pure passata!”

 Chiazza continua a spalmarmi con quella roba grigia qua e là e sono ormai tutta cosparsa di chiazze anche io, ma alla fine è soddisfatto e smette, si pulisce le mani sulla tuta aggiungendovi altre macchie, grigie stavolta. Si lavano le mani a un lavello lì dietro e se ne vanno chiudendomi dentro col lucchetto alla porta.

 Finalmente posso tirare il fiato. Domani ricominceranno a lavorarmi attorno sicuro, ma per il momento posso riposarmi, smontata un po', ma tranquilla.

 Ho passato una giornata pesante e ricca di pericoli, ho subito qualche danno,  ma sono ancora funzionante e in via di recuperare la mia forma originale !

 Spero di essermi comportata bene, spero che LORO non siano troppo preoccupati per me, specie LEI, che ho visto veramente infuriata per la prima volta in vita mia, e spero proprio che domani, o al massimo dopodomani, sarò di nuovo con LORO, con tutte le mie cosette a posto, pronta a portarli dove vogliono, a proteggere i loro fragili gusci e a vivere insieme tante avventure.

                                          (continua 1 febbraio 2022)

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