mercoledì, ottobre 26, 2016

Tu vuo’ fa’ l’americano

C’è Matteo alla Casa Bianca
con Agnese che lo affianca.
Ad accoglierli Michelle,
con Obama, il sole in ciel,
il giardin, le rose in fiore,
le bandiere tricolore,
stelle e strisce in ogni dove
e, a contarli, diciannove
forti colpi dei cannoni.
Gli ineffabili piacioni
recitan la loro parte
con la consumata arte
di chi sa che quel che dice
non è quadro ma cornice.

La canzone è sempre eguale.
“Questo è un uomo eccezionale
che non solo parla inglese,
ma fa il ben del suo Paese
con le splendide riforme
che daran valore enorme
all’Italia tanto amata
e da sempre prosternata
alla nostra volontà!”

Son le cose dette già
un dì a Monti e ieri a Letta,
una sintesi perfetta
del rapporto fra un padrone
e il premier di una Nazione,
che da settant’anni è schiava
e leccando il culo sbava,
sottomesso e reverente,
sulle chiappe del potente.

In più c’è la giovinezza
di un cialtron che con destrezza
offre le sue mercanzie
al suon delle sue bugie
e il  particolar che Obama,
giunto all’ultimo proclama
poiché se ne andrà domani,
può lavarsene le mani:
su di lui non ricadrà
ciò che poi succederà.

“Bello, giovane ed audace
Matteo Renzi assai mi piace,
perciò spero vinca il Sì.
ma se non sarà così,
a evitare tempi bui,
faccio il tifo perché lui
vada avanti ancora un po’
anche se vincesse il No.
Beninteso…non mi impiccio,
per non fare alcun pasticcio!”

Matteo gli fa concorrenza:
“Incredibile accoglienza,
un legam forte e profondo,
un rapporto assai fecondo
col Paese dei miei crucci,
grazie al mitico Vespucci
e a chi settant’anni fa
ci ha donato Libertà
e fiducia nel domani:
i soldati americani.

Caro Obama, ti assicuro
che saremo anche in futuro
vostri fidi servitori:
nostri sono i tuoi valori.
Stelle e strisce sulla blusa,
andiam dove voglion gli Usa:
Iraq, Libia, Afghanistan
e Lettonia da doman,
ovviamente per la pace
che all’Italia tanto piace!”

Dopo questa messinscena,
una francescana cena:
agnolotti alla patata,
zucca e cacio in insalata,
le braciole di vitello,
timo con il caramello,
apple pie, tiramisù
ed il vin che fa glu glu.

Sono in quattrocento lì,
tutti quanti per il Si
per salvar lo status quo.
Basta un No e sarà sciò sciò!

Carlo Cornaglia

(21 ottobre 2016)

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