testimonianza per
‘Le vite che non abbiamo vissuto’
“‘Le vite che non abbiamo vissuto’?
Una ve la racconto…
Ero piccolo, circa otto dieci anni, e con le condizioni economiche che possiamo immaginarci nell’immediato dopoguerra.
C’era un negozio di vernici nella mia città di proprietà della famiglia Giuntini dove andavo di sovente perché molto spesso ci trovavo Gino Bartali e mi affascinava il capannello di gente che si formava e stava ad ascoltare il grande campione che tutti conoscevamo per le imprese sportive.
Ero piccolo, ripeto, con tanta grinta dentro e, affascinato dalle sue vittorie, infatuato dalle sue storie, presi passione per la bicicletta.
A tal punto che, non avendo i soldi per comprarne una, trovai in una disfattura una Ganna da risistemare e riuscii con non pochi sacrifici a rimetterla in sesto perché volevo diventare come lui.
E tutti i giorni, sette giorni su sette, andavo in bici sorbendomi chilometri e chilometri di strade, lisce o sterrate, fino allo sfinimento tanto era forte in me l’ardore.
Un bel giorno, eccomi davvero di volata al negozio dei Giuntini.
Con una tale foga che mi si rompe un freno e, guarda caso, vado addosso a un uomo con la voce forte ed il naso schiacciato come un pugile.
Gino.
Che mi guarda negli occhi e chiede:
‘Come ti chiami?’
‘Alessandro’.
E lui:
‘Non credi di andare troppo forte con questa bicicletta?’
‘Voglio diventare come lei!’, mi viene d’un botto da rispondere.
Sorride e:
‘Ti faccio un regalo’, dice.
Aveva, Gino, due guantini da corridore in tasca.
Me li regalò e da quel giorno, per anni, ho inseguito ancora più determinato quel sogno.
Poi le cose andarono diversamente, come sappiamo, e molti anni dopo era il grande Bartali che era diventato mio tifoso.
Fu quando conquistai il titolo di Campione del mondo che ci rincontrammo.
E fu allora che Gino abbracciandomi disse:
‘Alessandro, con la tua volontà saresti diventato un campione anche nel ciclismo.
Peccato tu non abbia continuato’ ed io commosso e fiero di quel complimento lo abbracciai.
Ancora oggi ho quei guantini.
Ecco questa, del ciclista, è una delle vite che avrei voluto vivere e non ho vissuto”.
Nessun commento:
Posta un commento