Dieci errori concettuali in materia di libero arbitrio
Lo abbiamo o non lo abbiamo? Il post di John Horgan sul libero arbitrio - un concetto da sempre al centro di polemiche - ha riaperto la discussione. La risposta positiva e ottimistica di Horgan, per esempio, non ha convinto la fisica teorica Sabine Hossenfelder. Che spiega perché l'esistenza del libero arbitrio è incompatibile con le nostre attuali conoscenze della natura. E perché il timore che la sua assenza apra le porte a una deresponsabilizzazione morale delle persone è infondato, e si basa su una serie di errori concettuali di Sabine Hossenfelder
Quando qualcuno parla di una “domanda a cui la scienza non può rispondere”, ciò che intende realmente è una domanda per cui non vuole una risposta. E' vero, la scienza può essere molto irriverente verso le convinzioni delle persone. Ma mentre sono disposta ad accettare il desiderio di credere anziché di sapere, mi arrabbio se qualcuno spaccia i propri desideri per un argomento reale.
“Gli esseri umani hanno il libero arbitrio?” è una domanda che mi interessa profondamente. E' al centro del nostro modo di comprendere noi stessi e di organizzare il nostro vivere insieme. E ha anche un ruolo centrale per i fondamenti della meccanica quantistica. Nei più reconditi recessi del mio animo, sono convinta che non stiamo facendo alcun progresso nella gravità quantistica perché i fisici non sono capaci di abbandonare la loro fede nel libero arbitrio. E dai fondamenti della meccanica quantistica questo freno si ripercuote fino alle neuroscienze e alla politica.
Sì, ho appena accusato la mancanza di una discussione razionale sul libero arbitrio della maggior parte dei problemi dell'umanità, gravità quantistica inclusa.
A quanto pare, suggerire che il libero arbitrio non esiste è in grado di sconvolgere anche nel XXI secolo. Non bisogna farlo, perché si presuppone che dirlo basti a rendere immorali gli altri. Già la percepite? L'immoralità che dal mio blog penetra nelle vostre vene? Avete paura di continuare a leggere?
Non c'è ragione di preoccuparsi. Questi timori nascono da un fraintendimento su ciò che vuol dire non avere il libero arbitrio. In questo post affronto gli errori concettuali più comuni, ma prima lasciatemi spiegare perché, stando alle migliori conoscenze attuali delle leggi della natura, non abbiamo il libero arbitrio.
Partiamo dai fatti.
Fatto 1: Tutto nell'universo, compresi noi e il nostro cervello, è costituito da particelle elementari. Quello che fanno queste particelle è descritto dalle leggi fondamentali della fisica. Tutto il resto, in linea di principio, deriva da questo.
Ne consegue che, per quanto poco pratico, in linea di principio si può descrivere, per esempio, l'anatomia umana in termini di quark ed elettroni. Gli scienziati delle altre discipline usano però componenti più grandi e cercano di descriverne il comportamento. L'utilità pratica del ricorso a scale, variabili e componenti sempre più grandi - e la precisione approssimativa di tale procedura - si chiama “emergenza” [di una proprietà, N.d.T.]. In linea di principio, però, tutte queste proprietà derivano dalla descrizione fondamentale. Questo è ciò che viene definitoriduzionismo.
L'idea che le proprietà emergenti dei grandi sistemi non derivino dalla descrizione fondamentale si chiama “emergenza forte”. Ad alcuni piace affermare che, solo perché un sistema (per esempio il cervello) è costituito da molte componenti, è in qualche modo esente dal riduzionismo e che qualcosa (il libero arbitrio) “emerge in modo forte”. Ma il fatto è che non esiste un solo esempio noto di un simile evento, né esiste alcuna teoria – neppure una non sperimentata – su come può funzionare una simile “emergenza forte”. E' del tutto irrilevante che il sistema sia caratterizzato da aggettivi come aperto, caotico, complesso o consapevole. Si tratta sempre solo di un numero molto grande di particelle che obbediscono alle leggi fondamentali della natura. Allo stato attuale, credere nell'emergenza forte si colloca sullo stesso livello intellettuale del credere in un'anima immortale o nella percezione extrasensoriale.
Fatto 2: Tutte le leggi fondamentali conosciute della natura sono o deterministiche o casuali. Per quanto ne sappiamo attualmente, l'universo si evolve grazie a una miscela di entrambe, ma quali siano le esatte proporzioni della miscela non sembra rilevante per quanto segue.
Detto ciò, devo spiegare cosa intendo esattamente per assenza del libero arbitrio:
a) Se le tue decisioni future sono determinate dal passato, non hai il libero arbitrio.
b) Se le tue decisioni future sono casuali, significa che nulla le può influenzare, e quindi non hai il libero arbitrio.
c) Se le tue decisioni sono una qualsiasi combinazione di a) e b), non hai il libero arbitrio.
In quanto precede, si può leggere “tu” come “qualsiasi sottosistema dell'universo”, i dettagli non contano. Dal Fatto 1 e dal Fatto 2 segue direttamente che - secondo la definizione di mancanza di libero arbitrio in a), b), c) - il libero arbitrio è incompatibile con ciò che conosciamo attualmente della natura.
Ammetto che ci sono altri modi per definire il libero arbitrio. Alcuni, per esempio, vogliono chiamare “libera” una scelta se nessun altro avrebbe potuto prevederla, ma per quello che mi riguarda questo è solo pseudo-libero arbitrio.
Vero! Non ho parlato di neurobiologia, di coscienza, di subconscio o di persone che premono pulsanti. Non mi serve. Perché il libero arbitrio esista, è necessario che sia consentito dalle leggi fondamentali della fisica. E' necessario, ma non sufficiente: se si potesse rendere il libero arbitrio compatibile con le leggi della fisica, sarebbe ancora possibile che la neurobiologia trovi che il nostro cervello non è in grado di usare quell'opzione. La fisica non può dire che il libero arbitrio esiste, ma può dire che non esiste. Ed è quello che ho appena detto.
Si noti che non affermo che non esiste l'emergenza forte, né che una legge fondamentale deve essere una combinazione di determinismo e casualità. Quello che sto dicendo è che se si vuole sostenere che il libero arbitrio esiste (o che si può sfuggire a determinismo e casualità) perché l'emergenza forte funziona, allora voglio vedere un esempio di come dovrebbe funzionare.
Ed ecco i principali equivoci in materia di libero arbitrio.
1. Se non hai il libero arbitrio, non puoi o non devi prendere decisioni.
Indipendentemente dal fatto che tu abbia o meno il libero arbitrio, il tuo cervello esegue valutazioni e produce risultati, e questo è ciò che significa “prendere una decisione”. Non si può non prendere decisioni. Il fatto che i tuoi processi mentali siano deterministici non comporta che non debbano essere eseguiti in tempo reale. Lo stesso vale anche se hanno una componente casuale.
Questo equivoco nasce da una concezione “divisa” della personalità: le persone immaginano se stesse come se, nel cercare di prendere una decisione, fossero ostacolate di qualche malvagia legge di natura che sfida il libero arbitrio. Questo naturalmente non ha senso. Tu sei qualsivoglia processo cerebrale che funzioni con qualsivoglia input che riceve. Se non hai libero arbitrio, non l'hai mai avuto, e finora te la sei cavata bene. Puoi continuare a pensare nello stesso modo in cui hai sempre pensato. Lo faresti comunque.
2. Senza il libero arbitrio, non hai alcuna responsabilità delle tue azioni.
Anche questo equivoco deriva da una concezione “divisa” della personalità. Tu sei quello che prende le decisioni (raccogliendo informazioni ed elaborandole) ed esegue le azioni (atti sulla base dei risultati). Se le tue azioni sono problematiche per gli altri, tu sei la fonte del problema e gli altri prenderanno misure per risolvere il problema. Non è che abbiano molta scelta... Se il risultato dei tuoi processi cerebrali rende difficile la vita di altri, sarai tu a essere incolpato, recluso, mandato in psicoterapia o preso a calci. E' del tutto irrilevante che la tua elaborazione difettosa delle informazioni sia o meno inscritta nelle condizioni iniziali dell'universo; la questione rilevante è ciò che ti porterà il futuro, se altri cercano di sbarazzarsi di te. La parola “responsabilità” è uno specchietto per le allodole, perché è tanto mal definita quanto inutile.
3. Non bisogna dire alla gente che non ha il libero arbitrio, perché pregiudica le regole di una società moralmente giusta.
Questo equivoco si fonda sui primi due e sull'idea che senza il libero arbitrio la gente non ha ragione di riflettere sulle proprie azioni e tenere conto del benessere altrui. Questo, naturalmente, è sbagliato. L'evoluzione ci ha dotato della capacità di stimare l'impatto futuro delle nostre azioni e la selezione naturale ha preferito coloro che hanno agito in modo che gli altri fossero d'aiuto rispetto ai loro bisogni, o almeno non apertamente aggressivi verso di loro. Anche senza il libero arbitrio, le persone devono comunque prendere decisioni e saranno comunque biasimate se rendono infelice la vita di altre persone.
A volte qualcuno mi cita uno studio che dimostrerebbe che “Incoraggiare la credenza nel determinismo aumenta la disonestà”. Questo studio incoraggia anche l'errore concettuale numero 2, quindi i suoi risultati non sorprendono. Mi piacerebbe vederlo replicato, ma con l'aggiunta della spiegazione che i soggetti dello studio prendevano comunque delle decisioni, indipendentemente dal fatto che il risultato fosse predeterminato o meno, e che, naturalmente, il risultato contava eccome.
4 . Se non hai il libero arbitrio, le tue azioni possono essere previste.
Anche se in via di principio i processi cerebrali fossero prevedibili, è altamente opinabile che in pratica sia possibile prevederli. Inoltre, come ho spiegato prima, questi processi potrebbero avere una componente casuale che, sempre in via di principio, non è prevedibile. Allo stato attuale non è molto chiaro quale potrebbe essere il peso di una tale componente.
5. Se non c'è il libero arbitrio, il futuro è determinato dal passato.
Stesso equivoco del caso 4. Per quanto ne sappiamo, la casualità è una componente delle leggi fondamentali. In questo caso, il futuro non è determinato dal passato, ma nemmeno esiste il libero arbitrio, perché niente può influenzare questa casualità.
6. Se non abbiamo il libero arbitrio possiamo ricavare [deterministicamente, N.d.T.] una morale umana.
Non so perché ci si preoccupi tanto di questa cosa. Morale e valori sono solo schemi mentali che gli esseri umani usano per prendere decisioni. La loro importanza deriva dal fatto che questi schemi siano condivisi da molte persone in versioni affini. Se le leggi fondamentali dell'universo fossero deterministiche e se si fosse veramente bravi nel calcolo, allora in via di principio sarebbe possibile calcolare questi schemi. In pratica, nessuno può farlo.
Inoltre, in effetti non è questo che si intende quando si parla di “ricavare la morale”. Quello che si intende in realtà è se si può derivare ciò che gli esseri umani “dovrebbero fare”. Questo però è possibile solo dopo che è stato definito uno scopo: “dovrebbero fare” per ottenere cosa? E questo sposta la questione altrove. La scienza non può rispondere alla domanda perché è mal definita. La scienza non può dire quello che una persona dovrebbe fare perché è una frase senza senso. La scienza può, nel migliore dei casi, dire soltanto che cosa farà.
Più precisamente, il punto è (come ho spiegato più ampiamente in un precedente post) che in qualsiasi momento ci sono domande a cui la scienza non può rispondere perché le conoscenze che abbiamo sono insufficienti. Queste sono le domande che lasciamo alla decisione politica. Tutte le domande “si dovrebbe” sono di questo tipo.
7. Il libero arbitrio è impossibile.
Non necessariamente. Come ho spiegato in un altro post, è possibile concepire leggi di natura che non siano né deterministiche né casuali e che si può plausibilmente affermare che consentano il libero arbitrio. Ahimè, al momento non abbiamo alcuna prova che qualcosa di simile si realizzi in natura, né è noto se sia anche compatibile con le leggi della natura che conosciamo. Datemi un finanziamento sufficiente e qualche anno di tempo, e lo scoprirò.
8. Per parlare di libero arbitrio devi essere un neuroscienziato.
Associamo il libero arbitrio a sistemi autonomi che fanno scelte, con schemi di attivazione del cervello umano, che è il regno della neurobiologia. Ma il cervello, esattamente come ogni altra parte dell'universo, obbedisce alle leggi fondamentali della natura. Che queste leggi fondamentali consentano il libero arbitrio è una condizione necessaria per l'esistenza del libero arbitrio.
9. Per parlare di libero arbitrio devi essere un filosofo.
Se volete sapere come è stato definito il libero arbitrio nel corso della storia dell'umanità, ci sono alcune migliaia di anni di discussioni sulla questione da leggere. Ma a me non piace perdere tempo sulle definizioni e non vedo alcun merito nell'elencare tutte le varianti del libero arbitrio che sono state tirate fuori di volta in volta. Ho detto prima molto chiaramente cosa intendo con “assenza di libero arbitrio”, che poi è il nocciolo del problema riassunto in due paragrafi. Se volete chiamarlo in modo diverso da “libero arbitrio”, non mi interessa, il nocciolo del problema resta quello.
10. Senza il libero arbitrio non è possibile fare scienza.
Ho aggiunto questo punto perché si presenta ogni volta che parlo di superdeterminismo in meccanica quantistica. La ragione fondamentale per cui possiamo fare scienza è che il nostro universo evolve in un modo che ci permette di estrarre regolarità in questa evoluzione. È necessario essere in grado di misurare ciò che accade a sistemi simili in condizioni simili, e rintracciarvi degli schemi. Ma come questi sistemi simili siano venuti in essere è del tutto irrilevante: non importa, per esempio, se il laboratorio e le impostazioni del rivelatore erano già predeterminati all'inizio dell'universo. Tutto ciò che conta è che ci sono sistemi simili, che si possono fare rilevazioni, e che i risultati vengono elaborati da voi (o da qualche computer) per estrarne delle regolarità.
Voglio essere molto chiara: non ho detto che il libero arbitrio non esiste. Ho detto che non esiste in base alle nostre migliori conoscenze attuali di come funziona la natura. Se si vuole conservare il libero arbitrio è meglio presentarsi con una buona idea su come renderlo compatibile con le conoscenze scientifiche esistenti. Voglio vedere il progresso, non cortine fumogene di “emergenza forte”, “qualia” e altre fantasie.
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Sabine Hossenfelder è professore assistente di fisica delle alte energie e fisica nucleare presso il Nordic Institute for Theoretical Physics (NORDITA) di Stoccolma. Compiuto il dottorato di ricerca all'Università di Francoforte, in Germania, nel 2003, ha lavorato come postdoc alla University of Arizona a Tucson, e successivamente alla University of California a Santa Barbara e al Perimeter Institute di Waterloo, Canada. La versione originale di questo articolo è apparsa il 2 gennaio sul blog Backreaction, riproduzione autorizzata.
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