VENTUNO FEBBRAIO
Resta lo sbigottimento
per la rapidità del nulla
che sopraggiunge. Le tenebre
vaganti e il tuo volto ritratto.
E la fatica della memoria che affolla
i pensieri. Tu sei ricordo,
il tempo gioca con la morte.
Che resta oltre il rimpianto ?
L'impietoso bilancio fra il dato
e l'avuto che non avrà risposte.
Una cosa che non s'è fatta forse,
la parola che non si è detta.
Ma avrà un suo valore
il dolore che ci sommerge
senza smarrirsi nel pianto ?
E il sole di febbraio insensibile
continua a splendere.
Brughiere cosparse di asfodeli
ci vengono incontro con lo strascico
del verde, è questa la strada verso l'inferno ?
Dopo la notte il battere del sangue,
nulla è venuto a inceppare
la macchina impietosa del tempo.
Chi pagherà l'assenza isopportabile,
chi darà un senso all'arrancare faticoso
sul sentiero dei giorni a venire ?
Basterà la cenere delusa d'una prece.
MARIO SIGFRIDO METALLI - febbraio 2012
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