domenica, aprile 13, 2014

KHALIL GIBRAN “IL PROFETA”

Crescere Edizioni, Varese 2013

L’AMORE E’ LIBERTA’
Ci sono alcuni sentimenti che inducono delle risposte banali. Ad esempio il sentimento “amore”. E’ facile l’assonanza tra “amore” e “dolore”, però Khalil Gibran sa esprimerlo con tutt’altra banalità.
“E’ sempre accaduto che l’amore abbia ignorato quanto fosse profondo fino al momento del distacco”
Semplicemente Gibran afferma che il dolore che si prova al momento dell’assenza dà la misura dell’intensità del sentimento. Certo prima ci può essere “infatuazione”, “desiderio”, “ossessione”, accompagnato da “gioia” e “gelosia”, ma l’intensità del sentimento si misura quando l’oggetto-strumento dell’amore è distante.
Khalil Gibran nacque in Libano nel 1883 e giovanissimo si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti. Da giovane ebbe la fortuna di lavorare con Rodin a Parigi e si interessò alle opere di Nietzsche, Voltaire e Rousseau. Aveva la passione per il disegno e l’arte pittorica ed espose le sue opere in varie gallerie d’arte.
Nel 1921 pubblicò “Il Profeta” che lo consacrò fra i maggiori scrittori del secolo XX. Morì a New York nel 1931.
“Non permettere ancora che i nostri occhi abbiano fame del tuo volto”. In fondo Charles Bukowski, alcuni decenni più tardi, dice la stessa cosa quando retoricamente si chiede “Perché parlare, quando ci può essere un intero sguardo che ti trafigge il cuore?”
Affogare gli occhi nello sguardo dell’altra è una esperienza unica che dipende dal fatto che due esseri unici e irripetibili si ritengono, vicendevolmente, anche speciali. E questo è solo il caso che l’ha permesso, e forse, solo il caso li ripiomberà nello stato di estraneità quale era prima che si incontrassero. Resteranno, però, dei segni indelebili del loro incontro che costituiranno un nostalgico e dolce ricordo.
Il libro è strutturato con domande rivolte al Profeta alle quali egli risponderà con metafore e analogie.
Una delle prime domande è proprio sull’amore. “Parlaci dell’amore”.
Il Profeta così risponde. “[…] Quando l’amore vi fa cenno, seguitelo,
benché le sue strade siano aspre e scoscese.
E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui,
benché la spada che nasconde tra le penne possa ferirvi.
E quando vi parla, credetegli […]”
Questo affidarsi senza remore indica l’amore quale sentimento principe della vita degli esseri umani.
Aggiunge Gibran. “[…] Vi macinerà fino a farvi farina.
Vi impasterà fino a rendervi plasmabili.[…]”
Per carità si rischia di soffrire, però vale la pena correre questo rischio. E se si soffre, il dolore è ampiamente ripagato dalla gioia vissuta.
Ma c’è merito in amore? Ossia l’amore deve essere meritato?
“[…] L’amore non dà nulla all’infuori di sé, né prende nulla se non da se stesso.[…]”
Infine l’amore è libertà. “[…] L’amore non possiede né vuole essere posseduto.
Perché l’amore basta all’amore. […]”

E’ un libro adatto ad ogni età. Ai giovani quale rimedio al rischio di considerare la relazione amorosa un confronto tra chi è forte e chi è fragile e agli ex giovani per ricordare loro che certe emozioni abbattono le frontiere del tempo e dei luoghi. (bl)

Il profeta

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