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La crioconservazione degli ovociti è una straordinaria tecnica medica, che consente il congelamento degli ovuli di una donna (esiste un analogo per lo sperma), per poterli utilizzare in un secondo momento. Si pensi, per esempio, a una ragazza molto giovane, non ancora pronta per diventare madre, che a causa di una grave malattia deve sottoporsi a un intervento chirurgico o a una terapia che la renderebbe sterile: la crioconservazione degli ovuli è l'unica chance per questa donna di curarsi senza perdere la possibilità di diventare madre. Solo il sadismo di certa cultura della sofferenza a tutti i costi potrebbe condannarla per aver modificato il corso naturale delle cose: la storia dello sviluppo umano è la storia dell'affrancamento dell'uomo dai limiti, talvolta ciecamente crudeli, imposti dalla natura.
A una più diffusa disapprovazione andrebbe incontro quella donna che, in assenza di particolari condizioni mediche, decida di congelare i propri ovociti semplicemente perché non si sente ancora pronta per essere madre, ma non vuole che il proprio futuro sia determinato esclusivamente da quell'inesorabile orologio biologico che ogni donna sente ticchettare dentro di sé. L'idea di una piena autodeterminazione della donna in campo riproduttivo non è ancora stata digerita completamente dalla società, nonostante le battaglie sulla pillola anticoncezionale e l'interruzione volontaria di gravidanza degli anni Settanta.
Sembrerebbe dunque particolarmente illuminata e progressista la scelta di due colossi dell'informatica, come la Apple e Fb, di coprire le spese mediche per la crioconservazione degli ovociti delle proprie dipendenti, per consentire loro di dedicarsi alla carriera e posticipare a un secondo momento la desiderata gravidanza. Un sostegno all'autodeterminazione delle donne lavoratrici, apparentemente.
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