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C'ERA UNA VOLTA LA LIBERTÁ DI PENSIERO ?
ll preside della facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Bologna Giuseppe Sassatelli ha vietato l'aula in cui era previsto un dibattito pubblico niente meno che col filosofo Gianni Vattimo.
Sassatelli si è giustificato: «Noi non siamo obbligati a concedere spazi, figuriamoci se questi servono a propagandare iniziative antidemocratiche, non condivisibili, inaccettabili in una logica di tolleranza».*
*Nb: l'incontro con Vattimo era dedicato al boicottaggio di Israele e della Fiera del libro che vedrà l'entità sionista come «ospite d'onore».
Fonte Campo antimperalista"""
A parte il fatto che definire Israele "entità sionista" puzza di razzismo, anzi di nazismo lontano un miglio, di quale libertà di pensiero si va parlando?
Se ci si vuol riferire alla libertà di pensiero come possibilità per il singolo di pensare in modo autonomo da condizionamenti, solo pochi riescono con grande fatica a procurarsela e a mantenersela attiva ...
Ma se ci si vuol riferire alla libertà di pensiero come categoria del vivere civile e sociopolitico, al di là della retorica, oggi ( e temo ancora per parecchio tempo, data la situazione) sia ancora un obbiettivo da perseguire e ben lontano dall'essere raggiunto.
Ho sentito troppe volte nella mia vita inneggiare al libero pensiero persino papi e ayatollah, che per definizione non fanno altro che tentare di estirparne anche le più piccole avvisaglie in chiunque gli capiti sotto, e fin dal ventre materno anzi pure prima...
Così non mi meraviglia affatto che dopo la bagarre scatenatasi in appoggio ai docenti della Sapienza che giudicavano inopportuna la lectiomagistralis del sig.Ratzinger all'Università di Roma come apertura dell'anno accademico, i gestori dell'Università bolognese si siano rifiutati di rischiare di trasformarla in un rilancio manco tanto strisciante di nazismo, di sinistra ma sempre nazista.
Certo è che la Fiera del Libro con bandiere israeliane e libri israeliani bruciati in piazza mi suscitano tristi e vergognose memorie.
Più tristi ancora e indegne di gente civile nella Giornata del Ricordo.
Non ci può essere libertà di pensiero se la gente non viene allevata nel piacere del rispetto della molteplicità delle forme del pensiero ( e della vita conseguente) medesimo, attraverso la conoscenza, lo studio, la cura dentro e fuori di sé della memoria storica, l'impegno personale,
il supporto dell'esperienza individuale e sociale, e se la sua mente viene nutrita solo di slogan e nozioni slegate da qualunque contesto, quello che una volta si chiamava qualunquismo, e ora parla ai cuori dalle padanie varie.
Lottavamo ( in pochi e disarmati) contro l'imbarbarimento del pensiero già quarant'anni fa', nelle scuole come studenti. e ci sentivamo eredi di una grande tradizione di pensiero che attraversa i secoli e la storia umana.
Ci illudevamo di poter spiegare agli operai di Mirafiori e delle varie industrie che la libertà di scienza e di coscienza potevamo e dovevamo difendercela insieme.
Quel che è accaduto poi è storia degli anni successivi, fino a tutt'oggi.
Gli operai, pur sindacalizzati, allora come ora, pensavano solo ai quattrini ed erano assenti se non apertamente contrari, o perchè troppo stanchi o vessati da mille paure dettate dalla pura sopravvivenza per sé e i propri congiunti.
Ora pure pensano solo ai quattrini ma ora magari non ci sono perché sono in vacanza.
Allora come ora incapaci di comprendere che la libertà non è un regalo o un optional o una vacanza a sharm, soprattutto quella nel cervello bisogna conquistarsela e difendersela, giorno dopo giorno.
E molti sono davvero ormai convinti di averla, la libertà di pensiero, come la democrazia, credono che sia diritto di tutti e non dovere e responsabilità di ciascuno, quotidianamente rimesso in discussione e riconquistato giorno dopo giorno.
Ma che cosa hanno ed abbiamo in realtà come "libertà"?
Ci hanno dato la televisione, i giornali indipendenti e quelli di partito, dove "informarci" ma solo di ciò che vogliono.
Ci hanno dato la chiesa e i partiti e i sindacati, gente preparata per professione a pensare al nostro posto e a scegliere per noi.
Ci hanno dato gli anni di piombo.
Ci hanno dato cibo, casa ( più dell'80% di proprietari) e scuola come "fabbrica di lavoratori".
Insomma Dio/ideologia, patria (democratica nata dalla resistenza), famiglia eterosessuale e monogama.
Insomma tutt'una specie di consorteria (nel mondo intero) coalizzata nell'impedirci fin da bambini il libero esercizio dell'ingegno, vuoi per mistificarlo, per bisogno vero o presunto, per pigrizia o ignavia, per coltivare il potere attraverso l' ignoranza: ignoranza frutto dell'incapacità
( per stupidità o disegno?) ,anche del cosiddetto movimento dei lavoratori, di comprendere che senza libera scienza e conoscenza diffusa non è possibile il riscatto sociale e tantomeno la libertà fra uguali.
Ovviamente con la connivenza delle "chiese" ( cattolica o altro) che per loro stessa sopravvivenza hanno sempre negato libertà "alle pecorelle" in cambio della verità di vangelo, corano eccetera.
Che il razzismo sia ancora così radicato nella nostra cultura sociopolitica non può meravigliarci, è l'antitesi della libertà di pensiero.
Come "il comico straparlante" Grillo.
O il sedicente "Campo antimperalista" .
alba
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