sabato, agosto 25, 2007

Da ALTEREDO

Paul Haggis, un ateo da Oscar
Video-intervista.
Lo sceneggiatore di capolavori come Million Dollar Baby e Lettere da Iwo Jima, e regista di Crash : "Non credo in Dio, ma visto come va la vita, dovrei credere che esistono gli dei pagani che si divertono a prendere in giro noi mortali e a metterci alla prova".
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Terry Gilliam: "Rendo reale la fantasia… per vivere più a lungo
Video-intervista al regista di Brazil, de L'esercito delle 12 scimmie, Le avventure del Barone di Muchausen ed ex membro dei Monty Python.
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Da oggi Alteredo presenta la nuova rubrica di un nuovo collaboratore:
A scuola di sesso dal Dottor Stranammore
lezione 1: Due itinerari consigliati per la vostra fine-estate: Le Cinque Terre
Clicca e scopri il Dottor Stranammore

Professione Poeta
Scritto da Martina Manescalchi
Una inquietante coincidenza si è abbattuta sul mondo del cinema. Dopo Ingmar Bergman ci lascia, all'età di 95 anni, un altro regista che aveva fatto dell'incomunicabilità la sua bandiera: Michelangelo Antonioni , il più bergmaniano di tutti. La voce delle parole non dette, le immagini lente ed esaustive, senza bisogno di commento, l'estrema raffinatezza stilistica hanno fatto di Antonioni uno dei registi più ricercati di tutti i tempi. L'ultimo gigante del cinema italiano, testimone di un'epoca d'oro che non esiste più, quando anche i film d'essai trovavano una distribuzione nei circuiti nazionali. Cineasta dalla mano leggerissima che accarezza la macchina da presa facendola scorrere su corpi e paesaggi senza fare rumore, eppure restituendone allo spettatore tutta l'angoscia e l'inespresso disagio. "Michelangelo è veramente il monumento di una diversa morale delle immagini", scrive il regista tedesco Wim Wenders nel suo libro Il tempo con Antonioni , pubblicato a seguito della collaborazione per il film a episodi Aldilà delle nuvole nel 1995, anno in cui l'Academy Awards gli consegna l'Oscar alla carriera.
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Spike Lee, arrabbiato nero


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