domenica, gennaio 16, 2022

CAROLINA auto-biografia - Cap 3. par.2

* in cui scopro che i bipedi si aggiustano da soli e hanno anche occhi e colori per ogni capriccio

 Eh sì, quella nostra prima fuga vera  assieme da Roma, perché di questo si è trattato in fondo, è stata davvero importante.  Mi ha permesso di imparare un sacco di cose su di me, sulle altre come me, sui veicoli in giro, ma soprattutto sui bipedi umani.  Ripensandoci capisco che è stata la mia seconda opportunità in assoluto di sperimentare le nostre caratteristiche, le nostre differenze (troppo grandi e non parlo di dimensioni) e anche quello in cui ci assomigliamo.

 Intanto a rifletterci è la prima volta che mi rendo conto che il mondo è molto molto più grande di una casa e di qualche strada e di una città, che quelle come me sono tantissime davvero e ci  somigliamo solo per una cosa, cioè per il fatto che da sole non possiamo e non potremo mai spostarci liberamente, anzi non possiamo spostarci affatto.

 Questo è un dato di fatto, non posso che accettarlo: senza bipedi umani siamo e restiamo immobili come sassi, malgrado tutta la nostra complessità e la più sofisticata tecnologia, che poi non è neanche il mio caso. Siamo legate a loro, irrimediabilmente e non possiamo fare assolutamente nulla per modificare questo stato di cose.

 A differenza di gatti e cani e uccelli e gli altri animali, che possono decidere di muoversi quando vogliono con le loro gambe o quel che hanno disponibile per spostarsi come e dove vogliono e cercarsi gli amici e gli amori e il cibo  da soli per nutrirsi anche se i loro padroni non volessero.

 Del resto nasciamo pure in modo completamente diverso dai bipedi umani e da tutti gli altri animali, il nostro corpo con la sua durezza metallica sembra molto più forte e resistente del loro ma ha delle fragilità da cui non siamo in grado di difenderci da soli, mentre loro sanno farlo anche senza aiuto tutte le volte che gli serve.

 Ho imparato a mie spese (anzi chi ha speso son stati LORO), sul mio stesso guscio, che se ci stropicciamo tra noi anche solo sfiorandoci i gusci non troppo forte qualcosa ci rompiamo, sempre. Cosa che a loro non succede, evidentemente, perché stropicciarsi tra loro è una di quelle cose che fanno in continuazione, anzi pare proprio che gli faccia un gran piacere farlo, non solo casualmente ma d'abitudine e senza danni di sorta. 

 Se invece capita che si stropiccino in qualche modo addosso a noi e persino dentro, dov'è tutto più morbido, a meno che non sia proprio lentamente sono sempre loro a rimetterci, perché si fanno male, e  si possono rompere in modo addirittura irrimediabile. 

 Questa è stata una delle mie primissime lezioni di vita e mi dispiace tantissimo che sia  accaduto proprio con LEI. 

 E' vero che ha sempre un po' la testa nelle nuvole e va sempre a precipizio però mi coglie proprio di sorpresa! 

 Come posso anche lontanamente aspettarmi che si tuffi a sedere dentro e nella fretta chiuda direttamente la portiera sul suo stesso piede ? Insomma si dimentica di avere ancora un piede fuori mentre sta chiudendo !!!

 Ovvio che l'ho ferita un po', abbastanza da farle male, ma per fortuna non ha tirato troppo forte (LEI è sempre molto gentile nel muoversi) e si è rotta solo un po' di pelle e non tutto il piede. 

 Alla vista del sangue, poco per fortuna, LUI si è arrabbiato moltissimo, ha strillato e sbraitato (è proprio una sua specialità) per un buon quarto d'ora non contro di me, ma contro di LEI e la sua distrazione. Intanto LEI, imperturbabile, senza neanche dire ahi, cercava con poche parole tranquillizzanti di minimizzare l'accaduto (scoprirò poi che questa è la SUA specialità), un vero balsamo per il mio cuore pieno di rimorso.

 Infatti guarisce quasi subito, il giorno dopo ha appena una crosticina sulla caviglia,  ma sono sicura che non le ricapiterà malgrado la sua distrazione.

 Proprio così, loro si aggiustano da soli

 E l'ho constatato anche altre volte, i bipedi, come anche altri animali, sono molto delicati e fragili, ma ci vuole molta forza d'urto perché si rompano  e in ogni caso il loro corpo sa aggiustarsi da solo in poco tempo. Noi no, invece, siamo molto più dure, sembriamo così resistenti, ma quando ci rompiamo bisogna che qualche bipede ci aggiusti.  Buffo davvero.

 Infatti è così buffo che ora mi ritrovo rotta e sfasciata talmente che non è più possibile trovare un bipede che gli venga neanche voglia di aggiustarmi, di fare in modo da permettermi di camminare di nuovo, e non sono l'unica qua, ce ne sono a dozzine intorno nelle mie condizioni. Tutte immobili nell'ultimo parcheggio...in attesa della fine definitiva.  Beh, paura ce l'ho, direi una stupidaggine se dicessi di non averne, però sono anche piena di curiosità di sapere se e cosa mi potrà ancora accadere!

 Nell'attesa ho tante di quelle cose da ricordare e ancora di più su cui ragionare e pure fantasticare che posso aspettare senza annoiarmi troppo, mentre l'erba cresce intorno alle mie ruote sgonfie, a brandelli, ormai inservibili, dopo aver camminato tanto per luoghi e strade del grande mondo assieme a LORO; luoghi belli e brutti, strade e vie e sentieri di tutti i tipi e dimensioni, esperienze emozionanti, gioiose e anche dolorose, sempre stupende, però.

 Chissà se davvero LORO hanno mai percepito in qualche modo come sono stata e sono ancora felice ed onorata  di aver potuto vivere assieme a due bipedi umani così come sono loro esperienze di tutti i generi, condividere la loro esistenza, almeno per un po' di tempo. 

 Se si ricordano di me, la loro Carolina che li ha amati e ancora li ama.

 Forse la cosa peggiore dello stare qui immobile tra mille auto sfasciate anche peggio di me, con l'erbaccia che mi cresce accanto e dentro, e in sottofondo il rumore di ferraglia che stride  e geme, qualche urlo umano ( ma chissà se è davvero umano) tutto il giorno, tutti i giorni, fino a notte e poi ancora e ancora, è  non sapere più niente di LEI, di LUI.

 Non c'è vita qui, erba a parte, niente chiacchiere a ruota libera, risate e dispute feroci o allegre di humour.  Nessuna fatica e nessuna soddisfazione, solo giorni e notti che si alternano, sole e pioggia che lentamente mi arrugginiscono...

 Oh beh, mi sto facendo prendere da un indegno sentimentalismo.. Troppo sdolcinata, eh, per un mucchio di ferraglia inservibile.

 Ma che altro posso fare per ammazzare il tempo prima di...non so neanche cosa?  Tanto non riesco a smettere di ricordare, mi resta solo questo per non morire di noia, di solitudine, di nostalgia... Ecco là che ricomincio ad autocommiserarmi.

 E allora meglio sognare e risognare, così come viene, la vita vissuta di Carolina, la mia.


 Eccomi quindi giovane, vivace e piena di energia, col mio musetto bianco e lucido e tutti gli ingranaggi che si muovono in sincronia perfetta, il motore pronto a ronfare su qualunque strada a caccia di  avventure e scoperte sempre nuove assieme a LORO... 

   Mattina presto, attraversiamo rapidamente la città ancora mezza addormentata, passiamo su un grande ponte di pietra oltre il grande fiume che oggi è giallognolo e gonfio per le piogge recenti, siamo a Trastevere in una via corta e diritta, con palazzoni vecchi ai lati. Gli amici aspettano già dabbasso, li prendiamo a bordo e via attraverso il traffico che sta aumentando e le case di strada in strada, verso nord, verso la campagna. 

 Non ho idea di dove li stia portando, ma non fa niente, LORO sembrano saperlo e sento già che sarà divertente anche se devo faticare un po' di più a portare quattro bipedi dentro, di cui due belli grandi !

 Anzi uno degli amici è più lungo e grande di LUI e ovviamente si è messo davanti, dove c'è più spazio per chi è alto. 

 LEI e l'altro, piccoletto e moro, si dividono il sedile dietro con le ginocchia quasi in bocca e il sedere al calduccio del mio motore, ma questo a quanto pare non gli impedisce di ciarlare a tutto spiano e agitarsi pure. 

 Sono buffi, questi due amici che vivono nella stessa casa là a Trastevere, ma pare che si conoscano bene, anche se non vengono spesso alle feste a casa LORO, e hanno un sacco di altri amici in comune.

 Tutti e due sono mori e come LUI e molto spesso pure LEI, specie quando il sole è forte, portano in faccia grandi occhiali scuri e lucidi. 

 Ora so che cosa sono ma all'inizio ho creduto che fossero  proprio occhi speciali, più grandi e lucidi, che qualche bipede umano aveva e altri no, un po' come i   fanali per noi, che sono di forma e grandezza  differente nelle varie auto e ci rendono diversa la fisionomia, ma fanno parte di noi e non potremmo andare senza, possiamo al massimo tenerli spenti o accenderli per vedere anche al buio.  

 I bipedi invece possono metterseli o toglierseli, e usano cambiarli addirittura, scegliendo di volta in volta a piacere le forme e i colori che preferiscono.

 La prima volta che ho visto LEI metterseli sul naso, due occhi in più colorati di blu/viola, enormi che le coprivano mezza faccia, sono rimasta sbalordita, poi ho capito che è un po' come una specie di vestito per gli occhi.

 A proposito di vestiti, tutti i bipedi umani cambiano di vestito in continuazione, e li variano di colore come camaleonti, solo che non si mimetizzano come loro, ma piuttosto tendono a farsi vedere meglio. 

 Cambiare colori e fogge lo fanno più volentieri quando vanno a giocare tra di loro e si divertono moltissimo anche a stupirsi gli uni con gli altri in una specie di gara con le fogge più stravaganti e colorate  ma in certi casi, come per esempio quando si trovano coi colleghi al lavoro, ritengono invece indispensabile utilizzare solo abiti meno appariscenti e hanno anche abbigliamenti particolari a seconda delle varie attività che svolgono, a seconda che faccia freddo o caldo, ci sia pioggia o sole. 

 Io non cambio mai vestito, mi lavo via con la pioggia la polvere che raccolgo in giro o al massimo vengo lavata e lucidata in un posto apposito che si chiama infatti autolavaggio, divertentissimo, anzi direi proprio godurioso.

 Sì, godurioso, perché è l'unico posto dove qualcuno o qualcosa mi accarezza e mi coccola per un buon quarto d'ora ( tempo contingentato) dentro e fuori e  allora divento bellissima!

 Mi capita di rado una simile pacchia, perché LEI è sempre distratta da mille cose (e poi non mi guida e non se ne accorge ) e LUI se ne infischia del mio aspetto, della mia vernice e delle mie cromature, che poi non sono tantissime e per lavarmi  il parabrezza o i finestrini aspetta la pioggia; però si infuria come una vipera e mi aggiusta immediatamente solo se accuso il minimo inconveniente e non funziono al meglio.

 Un'altra cosa che ci differenzia enormemente.



 Per me il vestito è il mio guscio esterno e interno e il colore non lo decido io, me lo danno in fabbrica  e rimane quello, che mi piaccia o no, e lo stesso vale per quello interno, al massimo sono due tonalità diverse, tra esterno e interno, che si armonizzino, ovvero non contrastino troppo tra loro.  

 Il mio guscio esterno è duro, liscio e lucido, rigido, fatto in modo la pioggia che ci scivoli sopra senza poter penetrare nel guscio interno, soprattutto nel motore e negli altri ingranaggi sensibili all'acqua, e rifletta anche in gran parte i raggi del sole, di solido metallo e vetro, per coprire le aperture necessarie a chi guida per  poter vedere fuori. 

 Il mio guscio interno invece è morbido, fatto di materiale simile a quello dei loro vestiti per poter accogliere comodamente i viaggiatori e proteggerli dai piccoli urti.

 Insomma sono un po' come una scatola di metallo con l'interno foderato di stoffa.

(continua  il 18 gennaio 2022)

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