venerdì, dicembre 08, 2017

8 dicembre festa della Dea Madre

Una interessante piccola storia della Grande Dea Madre, raccontata piuttosto fantasiosamente dal mio amico Manlio Converti, illustre medico psi napoletano.

Scientificamente e storicamente ci sono parecchie omissioni, salti logici e interpretazioni personalissime,  oltre a un palese tentativo di rilettura in chiave Queer ma è comunque una divertente divulgazione di una forma di religiosità che come tante altre è stata trasferita quasi pari pari nella mitologia cristiana e divulgata urbi et orbi da secoli.

Tanto che anche l'8 dicembre prossimo il popolo cattolico festeggerà in gran pompa Maria vergine e madre di Cristo ovvero la Grande Madre e la sua la "immacolata concezione ", ovvero priva del "peccato originale" che tutti gli esseri umani affligge....

AMg



"La storia della Dea Madre è molto  complessa. Il culto della Dea Madre e universale e neolitico.

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probabilmente la più antica rappresentazione della dea-madre oltre 8000 anni fa 


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 E nel Mediterraneo il più antico culto risale a oltre 6000 anni fa in una zona della Turchia chiamata Frigia. La sua caratteristica narrata anche da Catullo carme 63 è quella di avere come sacerdotesse soprattutto effeminati e Castrati.

Nella Magna Grecia La Dea Madre assume il volto della Mater matuta di Cuma con i suoi fantolini o le spighe di grano o un Tamburello simile alla tammorra, un trono importante sul quale siederà poi la Madonna e la testa turrita, che poi sarà della dea Roma e della dea Italia raffigurate appunto nelle monete e nei francobolli.

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A Roma il culto della Dea Madre arriva effettivamente all'epoca di Annibale.

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Io lo racconto durante lo spettacolo Hystoria Gaia o a Natale quando interpreto la tombolata del femminiello
Annibale alle porte i romani terrorizzati scappano verso Cuma dove chiedono alla Sibilla un responso per sapere come sconfiggerlo definitivamente. 
Per una volta la Sibilla si fa capire e chiede di portare con le sue sacerdotesse l'idolo della Dea Madre dalle colonie in Frigia.
L'idolo in realtà è un meteorite come troviamo ancora alla Mecca o nella moschea di Al Quds perché unisce con il suo potere il cielo e la terra. 

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Le sacerdotesse sono invece effeminati e Castrati vestiti in modo coloratissimo come lo sono ancora le donne indiane con trucchi pesantissimi come lo erano le donne egiziane con profumi eccessivi come lo erano le donne persiane.
Il loro rituale consisteva in due fasi dalle quali noi abbiamo derivato la Pasqua e in parte il carnevale. Il carnevale deriva anche dalle feste greche dette falloforie e romane dette baccanali.



Nel 200 avanti Cristo per la prima volta al centro di Roma queste sciamannate sacerdotesse colorate profumate truccate all'inverosimile procedettero a loro corteo religioso fatto di musica eccessive e rituali tagli sul proprio corpo a simulare anche la castrazione.
Questo rituale esiste ancora e ricorda il corpo frustato di gesù.
Dopo circa una settimana c'era un'altra festa di resurrezione doveva essere nato di nuovo per il corpo da maschile a femminile, da sterile a partoriente la terra priva di frutti a primavera. 
Il culto della Dea Madre altro non era che un culto del ciclo della natura e della fertilità in cui gli effeminati e i Castrati rappresentavano ciò che dal maschile sterile porta al femminile che partorisce.
Questo secondo rituale corrisponde alla nostra pasquetta.

Come sappiamo Annibale fu veramente sconfitto I rituali della Dea Madre furono ripetuti tutti gli anni alle sacerdotesse fu concesso un tempio sul Palatino di cui restano le fondamenta e alcune colonne. Dopo qualche anno alle sacerdotesse fu Concessa la cittadinanza romana ma da subito fu vietato agli schiavi di assistere ai rituali per paura che quelli effemminati uscendo allo scoperto entrassero nel corteo liberandosi dai loro padroni.

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C'è poco da fare anche se poco narrata questa storia altro non è che quella di un gay pride Imperiale. 
Il culto della Dea Madre a Roma fu soppresso insieme a tutti gli altri culti pagani da Giustiniano.

Manlio Converti ""

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