mercoledì, ottobre 26, 2016

Renzi e Gelli, i gemelli del Sì

Con un memorandum sconcio
la peggiore del bigoncio,
J P Morgan, pronunciò
il suo più convinto No
contro le Costituzioni
delle libere Nazioni
che in Europa stanno al sud:

“Stop a questi Robin Hood
che, risorti dal fascismo,
puzzano di socialismo
e difendono il lavoro,
voglion farsi i fatti loro
con Regioni e sindacati
ogni giorno scatenati

con politiche sociali
contro quei poter centrali
che son per l’integrazione
nel grandioso carrozzone
che dev’essere la Ue!

Stop a deboli premier,
al diritto di protesta
ed al welfare, se ne resta!
Cambiam le Costituzioni
a ‘sti popoli terroni!”
Questa è la filosofia,

stop alla democrazia,
tutto in mano alla finanza.
Il toscan uomo di panza,
burattino in verità
di chi ben più in alto sta,
vuole realizzare il piano

caro a Gelli e l’italiano
voterà la gran riforma
sostenuta da una torma
di burocrati europei,
di politici babbei,
di industriali inquinatori,

di potenti ambasciatori,
brutal multinazionali,
finanziarie criminali,
giornaloni del potere,
maneggioni di mestiere,
Confindustria e BCE.

L’ineffabile premier
cerca di comprare il voto
con l’inganno molto noto
degli impegni elettorali:
mini aumento agli statali,
una mancia ai pensionati,

ai precari e agli esodati,
oboli alla povertà,
alla produttività,
a famiglie numerose,
agli sposi ed alle spose
per il latte e i pannolini,

un po’ d’euro ai celerini,
taglio all’Ires, nuova Iri,
nuovo ponte…dei sospiri,
da Equitalia tutti indenni,
bonus per i diciottenni,
buoni nido quotidiani,

premi per mamma-domani
con quattrini per chi scopa
per figliar come in Europa.
Renzi in stil Babbo Natale
va su e giù per lo Stivale
fra gli applausi e gli alleluia

per dar nella notte buia
i suoi doni a amiche e amici
che lo votano felici.
E l’Europa chiude un occhio
su ogni trucco del marmocchio
che la vuol fregar sui conti

come ragionieri tonti.
Ma attenzion! Se vince il Sì
giungeranno i tristi dì
che voleva Licio Gelli,
con potere ai tirannelli,
Libertà fuor della porta

    e Costituzione morta.


Carlo Cornaglia

(17 ottobre 2016)

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