martedì, dicembre 22, 2015

Solstizio d'inverno 2015

XXI Dicembre MMDCCLXVIII aUc (2768 ab Urbe condita = dalla fondazione di Roma)
21 Dicembre 2015 e.v. (=era volgare= d.c.= data convenzionale),
Dies Iovis Mercurii GioveMercoledì 355 º di 365 giorni - 52ª settimana.

21 Dicembre Roma antica:
Dies duodecimus ante Kalendas Ianuarias = Ante diem duodecimum Kalendas Ianuarias = a.d.XII Kal Ian. = Dodicesimo giorno prima delle Calende di Gennaio (inclusi nel conto sia il giorno d’oggi, sia il giorno delle Calende)
[ D ] ; Dies Nefastus Publicus (NP), dies mercatorius [C]

21 Dicembre Per il calendario civile, la data del "solstizio di inverno" viene fatta cadere convenzionalmente sempre  il 21/12 ovvero questa data e' assunta a tavolino come il giorno convenzionalmente piu' corto nel nostro emisfero settentrionale, e che segna inoltre l'inizio dell' inverno ( come cambia la luce del sole con le stagioni ).
 In realta' questa assunzione approssima grossolanamente: I due solstizi annuali (d'inverno e d'estate) avvengono quando il sole passa nel punto di intersezione tra l'equatore celeste e l' eclittica (il cerchio massimo sulla sfera celeste che corrisponde al percorso apparente del Sole durante l'anno o anche il piano intorno al sole percorso dai pianeti). L'eclittica viene a trovarsi alla sua minima declinazione. In altre parole: nel giorno del "solstizio d'inverno", il Sole sorge nel punto più meridionale dell'orizzonte Est della Terra, culmina a mezzogiorno alla sua altezza minima (a quell'ora, cioè, è allo Zenit del tropico del Capricorno) e manifesta la sua durata minima di luce (all'incirca, 8 ore e 50/55 minuti).
A partire da quel momento, la luce cessa di diminuire e ricomincia ad aumentare la luminosità delle nostre giornate.

Ma il periodo di tempo che intercorre tra un solstizio d'inverno e il solstizio d'inverno successivo non e' di 365 gg esatti. Invece e’ un po' piu' lungo ed e' detto ANNO TROPICO MEDIO (che in realta’ si misura da un equinozio di primavera ~ 21/3 all'equinozio di primavera successivo).
Dato che nel nostro calendario civile l'anno per comodita' deve essere costituito da un numero intero di giorni. (niente decimali!) ci siamo dovuti inventare lo stratagemma dell'anno bisestile per recuperare periodicamente (ogni 4 anni) lo scarto in difetto che l'anno civile si trova ad avere rispetto all' anno all'anno tropico percio' gli equinozi e i solstizi tra cui quello invernale cadono con uno scarto di circa + o - 2 gg dal 21, il giorno ufficiale definito dal calendario civile.[da Calendario laico di Marcus Prometheus]

 Il giorno piu' corto del 2015 (solstizio d'inverno astronomico) e’ oggi 22 dicembre (verso le 5 di mattina a Roma). Al mezzogiorno oggi e per qualche giorno prima e dopo il sole sta apparentemente sospeso nello stesso punto della volta celeste, senza variazioni di posizione, da cui l’etimologia latina di solstizio: “ sole che sta (fermo)”. La parola latina solstitium si trova nel "De agricultura" di M.Porcio Catone (III/-II sec. a.e.v.) eppoi in "De arboribus" ed in "De rustica" di L. Iunio Moderato Columella, agronomo (I sec. e.v.). Al solstizio il punto è anche il più basso sull’orizzonte (il più alto è verso il 21/6).
La scoperta di queste correlazioni e della regolare ricorrenza del fenomeno è antichissima ed alla base delle celebrazioni del ritorno della luce comuni a quasi tutta l’umanità almeno dal neolitico ad oggi.
Tale scoperta basilare per creare un calendario solare (necessario all’agricoltura, per le date delle semine) prima ancora fu importantissima per toglier la paura di una mancanza di ritorno della Primavera, e da cio’ anche il desiderio di celebrare questa ricorrenza, comune a quasi tutta l’umanita’ dell’emisfero settentrionale, a cominciare dagli indoeuropei.
 Si pensa che gia’ la celebrassero i nostri antenati presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge in Inghilterra, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda; o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia.

Il Solstizio, ispirò il "frammento 66" dell'opera di Eraclito di Efeso (-560/-480) e fu cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell'Eneide). I Gallo-Celti lo denominarono "Alban Arthuan" ("rinascita del dio Sole"); i Germani, "Yulè" (la "ruota dell'anno"); gli Scandinavi "Jul" ("ruota solare"); i Finnici "July" ("tempesta di neve"); i Lapponi "Juvla" ed i Russi "Karatciun" (il "giorno più corto"). E fu scelto da decine di tradizioni religiose per fare nascere le loro divinita’ solari.
Tuttavia la festa grande del solstizio è quasi sempre stata celebrato alcuni giorni dopo. Inizialmente succedeva per la difficoltà degli antichi di definire precisamente quando il giorno tornava ad allungarsi (ovvero il sole a tornare ad un azimuth più alto - il sole sta in solstizio apparente vari giorni ). Discrepanza notevole dava specialmente il calendario pre-Giuliano, quello di Numa Pompilio. In seguito la discrepanza fra solstizio astronomico e festa grande del Solstizio fu mantenuta perché era diventata ormai tradizionale la data del 25 Dicembre come giorno di rinascita del sole (Dies Martis novi) e di varie divinità solari.
Il giorno più corto dell’anno veniva chiamato anche BRUMALIA.

21 Dicembre, quinto giorno dei Saturnalia. In Roma antica si tenevano feste ai piedi del colle Palatino, fra il Circo Massimo ed il Tevere.

21 Dicembre Festa detta DIVALIA o Diualia, sacra ad una dea agraria molto arcaica e dimenticata, numen del silenzio e, del raccoglimento, Dia o Diua o Diva Angerona, raffigurata con un dito sopra la bocca (a indicare silenzio). Questo Numen facilitava l' attraversamento o il superamento degli "stretti passaggi", come quello che compie il Sole nel giorno più corto e nella notte più lunga dell'anno, il 21/22 Dicembre. Di Angerona si sa quasi niente a parte che era venerata dal “collegio” dei 12 “fratelli Arvali” (etimo da arvum aratura) sull’altare del sacello della dea Volusia o Volupia sul Palatino. Questa Volupia, era un’altra dea arcaica senza miti propri, semplice personificazione dell’ ideale della voluttà (stesso etimo) ovvero dei piaceri naturali dell’amore dei sensi.
Dopo l'introduzione, sotto l' Imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mithra nelle tradizioni religiose romane e l'edificazione del suo tempio nel campus Agrippae, l'attuale piazza San Silverstro a Roma) la festa di oggi assumerà il nome di Dies Natalis Solis Invicti, inclusa nel ciclo di festività dei Saturnalia (festività che – a partire dal - 217 e dopo le successive riforme introdotte da Cesare e da Caligola - si prolungavano dal 17 al 25 Dicembre e finivano con le Larentalia o festa dei Lari, le divinità tutelari incaricate di proteggere i raccolti, le strade, le città, la famiglia, ecc.)

21 Dicembre In Grecia antica erano onorati in questo giorno il Natale di Ercole e quello di Demetra (la latina Cerere dea delle messi, della terra, dell’agricoltura). I Romani invece celebravano il Natale di Ercole il 1/2.

21 – 22 Dicembre
I seguaci della Stregheria o Wicca ( o Neopagani, o Celti, o Druidi o Streghe ecc.) celebrano annualmente 8 feste dette Sabba. L’ultimo dell’anno è detto Sabba del Solstizio d’Inverno o Yule Alcuni gruppi lo celebrano nella data convenzionale oggi, altri nella data astronomicamente piu’ esatta. [...]

XXII Dicembre MMDCCLXVIII a.U.c. (2768 ab Urbe condita = dalla fondazione di Roma)
22 Dicembre 2015 e.v. (=era volgare= d.c.= data convenzionale),
Dies Iovis Giovedì 356 º di 365 giorni - 52ª settimana.

22 Dicembre Roma antica: Dies undecimus ante Kalendas Ianuarias = Ante diem undecimum Kalendas Ianuarias = a.d.XI Kal Ian.= Undicesimo giorno prima delle Calende di Gennaio (inclusi nel conto sia il giorno d’oggi, sia il giorno delle Calende)
[ E ] ; Dies Comitialis (C), dies mercatorius [D]

22 Dicembre continuano i festeggiamenti dei Saturnalia (è il sesto e penultimo giorno).

22 Dicembre per i neopagani Wicca è la data più solita del “sabba” di Yule (Yule Sabbat in inglese), una delle loro 7 feste annuali degli spiriti della natura, anch’essa basata sulla celebrazione del Solstizio d’inverno.


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