lunedì, dicembre 21, 2015

LE STANZE SEGRETE ovvero: covare l'utopia


E adesso? Mi disse,
adesso che ti ho fatta entrare dappertutto,
Ti annoierai di noi!
Il gioco sarà diventare architette
Di stanze segrete
Che riempirai per me
Di giocattoli e foglie
Che rivestirò per te
Di libri e chitarre
E, una volta giocato e letto e cantato,
Ne costruiremo, di nascosto tu da me e io da te,
Altre.
Saranno stanze di carnevale e di nuove nudità
Stanze pollok, con grandi pareti bianche e secchi di vernice da lanciare,
Stanze Pina bausch, per nuovi modi di dire le cose senza parlare,
Te ne farò una piccola, Paraguay, con mille farfalle e gli umidificatori per la jungla
Metterai su una cattedrale di kinghtsbridge, con le colonne e i mostri che sporgono dagli angoli e faremo l'amore con l'eco del respiro nostro, sotto un soffitto di trenta metri affrescato di costellazioni inventate.
Ti sembrerà un labirinto di polvere e ombre,
E all'improvviso ti si aprirà davanti una sala di legno, coi lampadari di candele
Mi sembrerà una notte fredda in mezzo a un incrocio,
E per mano mi porterai
In una vasca amniotica di silenzio.
Ne creeremo migliaia,
Abbandonandole per farne una nuova,
Ma poi ci torneremo, perché ci verrà la nostalgia,
E ogni volta aggiungeremo un mestolo, un rosso, una sedia,
Nelle nostre infinite stanze che mai,
Ascoltami bene: mai,
Finiremo di architettare,
Più segrete e più dentro,
Fino alla fine,
Fino all'ultima cellula caduta,
Fino al minuscolo ribosoma,
Che per ultimo smetterà di fare le proteine per la vita.

Anna Segre

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