sabato, luglio 04, 2015

Esce " L' Angelo perverso" di Piero Montana con prefazione di Massimo Consoli





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 Il libro “L'Angelo perverso – Poemetti omoerotici 1999-2001” di Piero Montana è stato presentato al pubblico venerdì 3 luglio alle ore 18 nei locali della Galleria dell'eros in via Bernardo Mattarella n 64 ( quarto piano) a Bagheria ( Palermo)

Composti dal settembre 1999 al febbraio 2001 nel seguente ordine “La spiaggia”, “L’Angelo perverso”, “In quelle tenebre”, “L’Angelo della sera”, questi quattro poemetti omoerotici, raggruppati assieme in un unico volumetto dal titolo “L’Angelo perverso”, sono quanto di più solare, di più
vitale Montana abbia mai composto.

In questi componimenti, il poeta già padrone del linguaggio incantatore della poesia, mette in evidenza il potere di trasfigurazione lirica, il modo musicale nuovo della sua “frase” all’interno delle varie composizioni poetiche, che scorrono ad orecchio tutte felicemente.

Attingendo alla pura sorgente del canto, l’immaginario erotico di Montana apre lo spazio ad una narrazione in versi di lungo respiro, che non conosce ostacoli, barriere, limiti, divieti, rivelando già un’espressione compiuta, un’originale fantasia lirica.
Senza paura di scadere nel pornografico, questo linguaggio erotico di Montana non tralascia nulla, dice tutto, squarciando ogni velo di pudore, di pubblica decenza.

Eros è la sola divinità, che il poeta pone sull’altare dei suoi versi. In questi poemetti non ci sono altri dèi cui genuflettersi. Da questa religione idolatrica, pagana ne scaturisce una mania, un delirio erotico in cui il piacere della carne viene innalzato al massimo grado di lussuria, esaltato in una sorta di musica esoterica, che svela però ai non iniziati ai piaceri di Sodoma i più intimi segreti degli accoppiamenti tra maschi.
Questo delirio erotico, che occupa gran parte di questi componimenti, mostra da parte dell’autore il gusto sfrenato della fantasia, della libertà, dell’anarchismo, della rivolta assoluta; la tendenza al meraviglioso e all’elemento onirico; la fede nell’Alchimia del verbo e nel “dérèglement” dei sensi.

In questi quattro componimenti omoerotici Montana ha aperto da solo la sua strada alla narrazione in versi, non avendo per guida nessun modello precedente, nessun poeta italiano a cui riferirsi. Qualche eco, qualche influsso, sia pure in lontananza, sulla sua poesia si può invece far risalire ai poemetti di Jean Genet, depurati però da tutta una poetica del male, congeniale solo allo scrittore e poeta francese.

Il componimento omoerotico “ L'Angelo perverso” è già stato pubblicato una prima volta insieme a “La spiaggia” nel Settembre del 1999 con prefazione di Massimo Consoli.

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PREFAZIONE di MASSIMO CONSOLI  all'Angelo perverso"  

C'è una nota di tristezza, nell'Angelo Perverso, che ci riporta alla nostra disperazione di piccoli uomini bramosi di eguagliarci a Dio, o almeno di imitarlo e, se non riusciamo neppure in questo, di illuderci che siamo suoi rivali.

Questo perché coscienti che possiamo emergere dal nostro nulla quotidiano solo nell'esserci (il che è difficile) o nella negazione dell'esserci (il che è molto più facile).
Ma Dio è troppo occupato a conferire con i suoi rappresentanti che cialtroneggiano in tutte le religioni, le razze, le lingue, per accorgersi che, appena appena, esistiamo.
Così Piero Montana viene lasciato a se stesso da una divinità distratta, libero di cercare il suo Assoluto nelle fogne e nei cessi che sono l'unico mezzo rimastogli per aspirare ad un aldilà raggiungibile attraverso il solito tunnel radioso dei sopravvissuti alla morte, che per lui diventa un faro di luce spermatica. Ed è assolto da ogni peccato che potrebbe offendere solo chi è convinto di sentirsene offeso.

Ma Montana, impietoso verso se stesso, in una sorta di rito di purificazione e iniziazione a chissà quale mistero religioso, si autodenuncia esponendosi al pubblico ludibrio attraverso le sue colpe che, proprio per questo, si trasformano in buone azioni o, almeno, in buone intenzioni. Tutto all'interno di un regno personale che, ormai, sente alla fine : la stessa fine, accompagnata dallo stesso rimpianto per un mondo che fu e che non sarà più, che pervade l'opera di Sandro Penna, di Dario Bellezza e dell' ultimo Pasolini in una sorta di drammatico cupio dissolvi, dove ogni riga è una straordinaria costruzione di grande forza poetica.

Montana ha un ricordo straziante di quel paradiso perduto della sua gioventù ribelle che sa, ormai, di non poter neanche ritrovare.
Così, le sue imprecazioni sottintese, implicite, non dette, ci ricordano un Cecco Angiolieri, che se fosse foco, brucerebbe il mondo, mentre “il tanfo della merda” non può non farci tornare alla memoria gli straordinari happenings escrementizi di Mario Mieli all'Ompo's, e come non pensare a 
Dario Bellezza, quando leggiamo ancora della “merda... che fuoriesce sempre/ nel penetrare un culo/largo o stretto”?

Ma questa violenza verbale e coprofila nasconde, in realtà, uno sviscerato amore per un uomo anzi, per l'Uomo, tradito, vilipeso, offeso, violentato da una società che lo ha messo su di un piedistallo non per rendergli il dovuto tributo di amore e di rispetto, ma per farlo bersaglio di ogni attacco e insulto.

Tutta l'opera in versi di Montana, a partire dalla giovanile raccolta di liriche autobiografiche “Breve rosario di Sodoma”, è pervasa da questa accusa ad un monoteismo patristico insulso e becero di essersi opposto alla realtà divina di una natura che è al tempo stesso madre, amante e, per il poeta, figlio prediletto.

Massimo Consoli

Settembre 1999

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Per contattare  Piero Montana   Cell.3497230857

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