giovedì, gennaio 01, 2015

Gli Ebrei secondo Mark Twain

 "Se le statistiche sono corrette, gli ebrei costituiscono in percentuale un quarto di punto della razza umana. Praticamente una nuvoletta di polvere di stelle persa nel bagliore della nebulosa della Via Lattea.
 Di norma, si dovrebbe difficilmente sentir parlare degli Ebrei , ma di loro si sente parlare, se ne è sempre sentito parlare. Sul pianeta sono in un certo qual modo più notevoli rispetto a ogni altro popolo, e la loro importanza è stranamente sproporzionata rispetto alla esiguità del loro numero.

 "Il loro contributo alla lista dei grandi nomi della letteratura, della scienza, dell'arte, la musica, la finanza, la medicina e degli studi astrusi nel mondo è anch'esso grande, sproporzionato rispetto all'esiguità del loro numero.
 Hanno condotto una lotta meravigliosa in questo mondo in tutti i tempi e lo hanno fatto con le mani legate dietro la schiena.

 "Potrebbero gloriarsi di se stessi ed essere scusati per esserlo. Gli Egiziani, i Babilonesi e Persiani, dopo aver riempito il pianeta con il suono e lo splendore delle loro civiltà sono poi sbiaditi e passati come un sogno . I Greci e i Romani che seguirono fecero cose grandissime con le loro civiltà ma se ne sono poi andati, altri sono nati e hanno tenuto alta la torcia ma si sono bruciati, e dopo esser finiti in penombra ora sono scomparsi.
 "L'Ebreo li ha visti, gli è sopravvissuto, ed ora è come è sempre stato, non mostra alcuna decadenza, non le infermità dell'età, non l' indebolimento delle sue membra, non un rallentamento delle sue energie, non l'ottundimento della sua mente vigile e vivace.

 Tutto è mortale, ma gli ebrei rimangono, mentre tutte le altre forze passano.
 Qual è il segreto della loro immortalità ".?

- Mark Twain, 1897

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