sabato, ottobre 04, 2014

"DIMMI CHE MI AMI"

ERICH MARIA REMARQUE – MARLENE DIETRICH

 "DIMMI CHE MI AMI"
RCS Libri SpA, Milano 2010
Dimmi che mi ami

Nel 1937 lo scrittore e l'attrice si incontrano a Venezia, e subito nasce una complicità che sfocerà in un amore appassionato e drammatico. La raccolta comprende tutte le lettere scritte da Remarque al «Puma» e le poche risposte di lei.(Traduzione di Carlo Mainoldi)****************

AMAMI “Amami, Puma, perché ho bisogno di tanto amore, amami amami. C’era un periodo in cui Goethe chiudeva le sue lettere così: amami. Non: ti amo – amami è molto di più.”

La raccolta delle lettere d’amore dello scrittore Erich Maria Remarque all’attrice Marlene Dietrich costituiscono la testimonianza di una passione – ossessione.
Remarque nel 1937 incontra l’attrice e cantante Marlene Dietrich al Lido di Venezia, star del cinema avendo avuto successo con il film “L’angelo azzurro”, mentre lo scrittore era notissimo per aver scritto il romanzo pacifista “Niente di nuovo sul fronte occidentale”.
La loro relazione durò sino al 1940 ma una eco la si ritrova sino alla morte dello scrittore avvenuta nel 1970. Le storie d’amore non hanno mai fine!

Le lettere della Dietrich, purtroppo sono state distrutte dalla moglie di Remarque, Paulette Goddard.

Le scriveva Remarque: “Per conto mio puoi essere madre, cuoca, strega, sweet-heart e qualunque altra stupidata puoi essere stata per loro. Adesso sei un Puma. E chi non sa trattare con i puma, non può che lasciarci le penne. I puma hanno le zampe più rapide e i muscoli più duri che ci siano. Ma hanno anche la pelle più tenera e le labbra più morbide.”

La Dietrich, ci ricorda Cristina Taglietti nell’introduzione si faceva dire da Jean Gabin “Sbrigati, corri da me, ti voglio divorare” ma la donna, “fatta per l’amore dalla testa ai piedi”, l’avrebbe cotto a fuoco lento.

E’ la stessa Dietrich che così si autodescrive “Dietrich in tedesco significa grimaldello. Non una chiave magica ma un oggetto reale; per fabbricarlo occorre grande abilità”. Ci teneva a sottolineare che riusciva ad aprire tutti i cuori non per una dote naturale, ma grazie ad una virtù costruita con molta attenzione.
Nell’introduzione la Taglietti ricorda che “il lato più oscuro della relazione non compare nelle lettere, ma nel diario dello scrittore. E’ lì che Remarque dà sfogo alla frustrazione di amare una donna che gioca un po’ con lui, che lo fa soffrire, che arriverà a raccontargli (come rivelerà la figlia Maria) i dettagli delle sue relazioni, chiedendogli consigli e spingendolo a odiarsi per l’incapacità, l’impossibilità, di liberarsi del Puma”
 Nelle lettere si ritrova tutta intera questa passione – ossessione: “Tesoro – non so quel che avverrà, né voglio affatto saperlo…E’ tutto in mano tua. Non solo l’amore. Anche quanto di vita trema dietro ai miei occhi. Le mie mani sono le tue mani, la mia fronte la tua fronte, e tutti i miei pensieri sono pervasi di te” Eppure qua e là traspare qualche delusioni nelle aspettative. “Di te però so davvero troppo poco. Sei sparita, ogni tanto a casa arriva un telegramma. Altre volte ero io a dire il vero quello che spariva, e ogni tanto telefonavo o telegrafavo. Forse con te espio le trascuranze di molte vite.”
Però Remarque era perdutamente innamorato dell’attrice. “Amami, Puma, amami, ora, nel buio dell’attimo vissuto, amami, ora che vedo come la falce di luna lentamente si abbassa verso l’orizzonte, amami, ora che Giove, il mio astro, già solo come una luce è alto sulla cima arrotondata della montagna, ora che sento come la polvere di luce del tempo senza interruzione cade, amami, ora che sento che neppure per un istante possiamo tener fermo il mondo, che noi siamo in eterno scivolio, in eterna caduta, amami, amami, amata, lontana, dietro i monti, dietro gli orizzonti, amami per entro la vita in caduta, amami, giacché tutto quel che possiamo è morire insieme, che è come vivere eternamente, amami, amami, amami, la luna si dissolve, la Lira si abbassa, Giove muore, amami, amami, amami, in questo immane silenzio nel quale un altro giorno va disfacendosi, un giorno nel quale noi non eravamo insieme, irrecuperabilmente, e la nostra vita si è assottigliata… amami, amami dunque, lasciami esser te nella pioggia del tuo sangue, nella tempesta della tua tenerezza, amami fondimi, respirami, baciami, amami, amami, amami, gettati sopra di me, amami, non lasciarmi, amami amami amami amami”

La passione – ossessione di Remarque per la Dietrich è la testimonianza di una storia d’amore (bl)

INDICE: Introduzione di Cristina Taglietti – Sulla datazione ed edizione di Thomas F. Scheneider – Dimmi che mi ami – Note

per la cortesia di Bepi Lamedica

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