giovedì, gennaio 23, 2014

FEDERICO GARCIA LORCA “POESIE D’AMORE”

 
Ricevo da Beppi Lamedica queste riflessioni sulla poesia di Lorca che faccio mie e condivido con chi lo ama, senza dimenticare più, e sarebbe ora, che il Poeta non cantava il suo amore per le donne, ma per gli uomini e questo gli è costato la vita.
AMg

 RL Gruppo editoriale srl, Sant'Arcangelo di Romagna 2009

"…E LA TUA PAROLA NELLA MIA PAROLA"

Passeggiavo sotto i portici e mi sono avvicinato ad una delle solite bancarelle che vendono i libri destinati al macero. Salvarne qualcuno, sembra essere la mia vocazione. Questa antologia di Garcia Lorca ha attirato la mia attenzione.
La casa editrice mi è completamente sconosciuta e dando una sbirciata alle poesie ho risentito il profumo della mia gioventù. Si, in gioventù Garcia Lorca è stato uno dei miei amori letterari: innamorato dell'amore dai tempi del liceo non potevo non farmi prendere dalla tentazione di salvare questo libretto.

Nella poesia di Garcia Lorca ci sono dei termini che spesso ricorrono. "Pena", "dolore", "pianto", "morte", sono termini ricorrenti perché l'amore, per Lorca, è irraggiungibile pur essendo una meta desiderata. 
Di qui frustrazione e distruzione. Un liceale, amante di Pavese, non poteva non rimanerne affascinato. Ed oggi il ricordo di quegli anni fanno rivivere quella passione.

"Mi perderei
nei tuoi occhi deserti
suonando la tastiera
della tua bocca ineffabile".

 Il condizionale rende questa emozione della irraggiungibilità della meta. E' l'immagine degli innamorati che fanno l'amore con i loro sguardi e con baci appassionati. Per Lorca è un desiderio inappagato.

"Vorrei che tutta la mia anima
entrasse nel tuo corpo breve
ed essere il tuo pensiero,
ed essere io la tua bianca veste.
Affinché ti innamori
di me con passione così forte
da consumarti cercandomi
senza che mai potermi trovare" 

Quale innamorato non desidererebbe avere una compagna che avesse perso la testa per lui? Ed anche qui il condizionale prova il mancato appagamento di questo desiderio. C'è il dolore per quel mancato appagamento ma pensiamo, un attimo, al dolore che soffre chi non riesce a corrispondere all'affetto manifestatogli senza briglie.

"Ma te ne andasti…
Non svanisce mai la mia illusione.
Ahi, come esprimere ciò che provo!
Appassito è il mio cuore" 

Il distacco prova inequivocabilmente a Lorca che l'amore è una illusione e sa esprimere l'emozione considerando il proprio cuore "appassito". Ormai il suo cuore non potrà più rifiorire per un'altra passione. E' una sensazione irragionevole – ma in amore è l'irragionevolezza quella che prevale – che si prova quando è esaurito il tempo di quell'amore. Infatti altri ci saranno, ma in quel momento sembra che tutto crolli. Passa la tristezza, però nel frattempo ci si sente con il cuore "appassito".

"E ricordo la tua mano nella mia mano
e la tua parola nella mia parola" 

I più romantici si fanno una scatola dei ricordi dove mettono di tutto dalle foto agli adesivi, dai bigliettini e da resti di oggetti anche rotti. La più importante scatola dei ricordi sarà sempre quella immateriale del ricordo. Ricordare alcuni atteggiamenti degli occhi e del corpo, gli abbracci, il modo di camminare e di salutare, ma soprattutto le mani, il modo di stringersi le mani quasi a voler riempire lo spazio vuoto tra le dita per compensare il tempo dell'assenza. E le parole, le singole parole che l'uno ha fatto proprie. Volente o nolente qualcosa di noi resta nell'altro. Il suono della voce, invece, lo si dimentica. Forse perché associato a qualche frase sgradevole che si dice, inevitabilmente alla fine di un rapporto. "Che cosa vuoi da me?", ad esempio, quasi che non lo avesse ancora capito.

Ma c'è anche l'emozione del ritorno. 

C'è una storiella che dice 
"Mi racconti una storia d'amore a lieto fine? E gli viene risposto: non ve ne sono. A lieto fine? E a questa domanda gli viene risposto: no, non vi è fine alle storie d'amore." 
Certo se sono storie d'amore, altrimenti la fine c'è perché non sono storie d'amore e non lo sono perché non sono storie importanti per entrambi. 

Dicevo che c'è l'emozione del ritorno quando ci sono storie d'amore.
 Scrive Lorca:

"Ay ti vedrò,
non ti vedrò!
Non c'è niente che m'importa
più del tuo amore.
Conservi la risata di allora
e il tuo cuore di sempre?"

C'è un ultimo avvertimento che ci fa Garcia Lorca.
"Non si possono ridicolizzare
le cose del cuore".

 E un avvertimento utile in questi tempi di dissacrazione. Solo le persone che non sono riuscite a provare questi sentimenti fanno davvero ridere e non chi scrive o apprezza le poesie d'amore. (bl)

Indice: Introduzione – bibliografia – I. da Poesia inedita di gioventù – II. da Libro di poesie – III. da Poema del cante Jondo – IV. da Suites – V. da Canzoni – VI. da Romancero gitano – VII. da Poeta a New York – VIII. da Divan del Tamarit – IX. da Sonetti dell'amore oscuro
 

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