mercoledì, ottobre 20, 2010

Pier Luigi Ferro "Messe nere sulla Riviera"

Cento anni fa nel savonese un' impressionante  ed esemplare vicenda anticipa il clamore attuale sul fenomeno della pedofilia nel clero cattolico… Tramandato per anni nel Seminario Vescovile di Savona dagli stessi protagonisti diventati purtroppo educatori cattolici dell'attuale clero. Questo sarà il punto da cui oggi partiremo e che illustra abbondantemente la cultura cattolica malata del savonese e il perché di tutta questa leggerezza da parte del clero.

Varazze, luglio 1907. Le pagine della cronaca locale di Savona annunciano uno scandalo dalle tinte fosche, destinato a divenire drammaticamente noto in tutta Italia e all'estero.

Un quotidiano savonese, parla della scoperta di "turpitudini" nel Collegio Salesiano di Varazze, dove frati e monache risulterebbero coinvolti in atti osceni e di corruzione sui giovani studenti minorenni ospitati nel convitto, sede dell' unica scuola cittadina.  Al centro dello scandalo è il clamoroso diario di Alessandro Besson, uno studente quattordicenne che descrive messe nere e riti orgiastici tra monache, preti e giovani convittori. In due giorni il caso Besson passa dalle gazzette locali ai quotidiani nazionali e fa scoppiare in tutto il Regno d'Italia manifestazioni di piazza, disordini, violenti scontri che a La Spezia provocano l'incendio di alcune chiese, un morto e un centinaio di arresti. E' crisi fra il governo Giolitti e la Santa Sede, la Massoneria viene accusata di aver architettato segretamente lo scandalo. Il fronte democratico dei blocchi popolari cavalca lo sdegno collettivo per affermare la necessità di una scuola pubblica e laica, mentre quello cattolico si compatta e trova sostegno tra i moderati interessati a contenere l'avanzata socialista.

Attraverso questa vicenda, scatenata dall'inquietante diario Besson, ritrovato e reso pubblico per la prima volta da Pier Luigi Ferro, emerge un quadro avvincente e torbido dell'Italia giolittiana che vede coinvolti in primo piano il poeta Lucini, ma anche famosi psichiatri e criminologi come Cesare Lombroso e Enrico Morselli. Una storia ricostruita e raccontata con minuzia di particolari, attraverso epistolari, documenti d'archivio e la vivace, faziosa pubblicistica dell'epoca.

La Prefazione è del compianto saggista e poeta Edoardo Sanguineti.

 

(segnalazione di Francesco Zanardi)

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