mercoledì, marzo 04, 2009

Io non amavo mia madre

ricevo da Diego Galli e vi informo
Cara Alba
mi sento di raccomandare questo piccolo evento in cui avremo modo di discutere con Enrichetta Buchli, autrice del libro che ha dato il titolo ai nostri convegni sull'Amore civile, di un tema altrettanto importante, che riguarda sempre le relazioni familiari e la necessità di un cambio di paradigma nell'approcciare una formazione sociale che se abbandonata a sè stessa, o alla cosiddetta "natura", rischia in alcuni casi di far sprofondare i suoi protagonisti in tragici destini.

venerdì 6 marzo 2009 ore 21

Libreria BIBLI

Via dei Fienaroli, 28
 00153 Trastevere Roma - Tel. 06 5884097 info@bibli.it

Presentazione del libro

Io non amavo mia madre

di Enrichetta Buchli

Antigone Edizioni

http://img2.webster.it/BIT/327/9788895283272g.jpg

Dialogheranno con l’autrice

Antonino Lo Cascio

e Giuseppe Riefolo


E’ la storia vera di Rachele che, in una Milano algida, resta vittima dell’odio materno. La protagonista, grazie all’analisi, ne scopre gli effetti mortiferi, prima intuiti poi sperimentati tragicamente sulla propria pelle. Proprio all’analista, molti anni dopo, Rachele, divenuta docente in un’università americana, scrive e affida il racconto della sua vita, capitolo per capitolo, chiedendole di interpretare, spiegare, divulgare.

L’analista accetta. Aderisce al dramma dell’ex paziente e la conduce sulla strada dolorosa di una nuova consapevolezza. Insieme tentano una risposta a domande che scorticano l’anima: può una madre desiderare di demolire la propria figlia fino al punto di sopprimerla? Perché? Con quali mezzi? Quali risultati? Come ci si può salvare?

Qui la morte psichica è costantemente dietro l’angolo. La mente di Rachele è minacciata dalle ossessioni della madre che vive in un mondo fatto di arcaismi religiosi e visioni demoniache. Già da bambina si rende conto del malessere mentale della madre, dalla quale tuttavia è costretta a dipendere. Non conosce comprensione né aiuto da parte del padre e dei parenti. Rachele, come le vittime di tutte le epoche, non è creduta. Comincia lentamente a dubitare di sé, degli abusi subiti e di quella voce interiore che pure l’ha saldamente sostenuta sin dall’infanzia. Da adulta cerca di dimenticare ma è costretta a fare i conti col passato. Una voce però riaffiora potente a distanza di tempo. Come la Verità, come la parola di un Dio ebraico che riporta la Giustizia sulla terra, salva e libera gli sconfitti.

A metà tra romanzo e saggio psicoanalitico, le pagine di “Io non amavo mia madre” sono scritte su carta vetrata. Sono però pagine bellissime. Com’è bella la speranza che s’affaccia quando tutto sembra perduto.

L’autrice:
Dopo studi di filosofia, Enrichetta Buchli si è formata come analista all’Istituto Jung di Zurigo. È membro del CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) e della IAAP (International Association of Analytical Psychology). Vive a Milano. È autrice di saggi di clinica, cinema, teatro per numerose testate specialistiche. Segnaliamo inoltre il volume Il mito dell’amore fatale (Baldini Castoldi Dalai, 2006).


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Diego Galli
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