sabato, gennaio 12, 2008

"Le Origini Storiche della Condanna Ecclesiastica dell'Omosessualità "

Ricevo dall'amic* Salvuccio che ringrazio di cuore, soprattutto per essersi arditamente cimentato con la traduzione dall'inglese, che mi ha risparmiato....

Cari amici e care amiche:
Vorrei condividere con tutti voi questo saggio molto interessante:

"Le Origini Storiche della Condanna Ecclesiastica dell'Omosessualità "
... Di Faris Malik
Presentato all'Università di Cardiff, 27 Luglio 1999

Mi pare che questo saggio storico può essere moltissimo vantaggioso
per tanti voi, veramente un attrezzo utile.

La proposta di Malik è semplicemente questa: nel Mediterraneo antico
esisteva una categoria di uomini che si chiamavano eunuchi "naturali"
o "costituzionali. " Dunque, possiamo dire che adessso noi conosciamo
questi eunuchi naturali o costituzionali come gli uomini gay di oggi.

Felice Anno Nuovo 2008 per tutti voi!
--- Salvuccio


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di Faris Malik

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Presentato all'Universita' di Cardiff, 27 Luglio 1999
[Presented at Cardiff University, July 27, 1999 ]

"Le Origini Storiche della Condanna Ecclesiastica dell'Omosessualità "
... Di Faris Malik

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Il 14 maggio 390[1] è stato affisso un decreto imperiale nell'Atrio
di Minerva a Roma, un luogo conosciuto come ritrovo di attori,
scrittori ed artisti,[2] che per la prima volta ha criminalizzato la
pratica sessuale di loro che noi chiamiamo uomini "omosessuali" --
cosa che non è mai prima successo nella storia delle leggi mondiale.
La pena prescritta era morte per l'incendio. L'imperatore che ha
promulgato la legge stava al momento sotto una penitenza assegnata da
Ambrogio, il vescovo di Milano,[3] e la legge è stata emanata nel
contesto della persecuzione delle eresie. Omosessuali alla corte
imperiale erano stati potenti avversari alla dottrina nicena durante
i conflitti nel quarto secolo sulla natura di Gesù Cristo, conosciuti
come le controversie ariane.

Prima di 390, le leggi sia religiose sia secolari avevano per oggetto
solo una forma particolare dell'omosessualità : quando un uomo o un
giovane, che inoltre dimostrava un'attrazione virile alle donne, ciò
nonostante consentiva o era forzato a giocare un ruolo femminile in
un atto di sesso con altri uomini. Per esempio, le leggi bibliche
contro gli atti omosessuali chiamano come abominazione e prescrivano
la pena di morte quando "un uomo giaca con un maschio come si giaca
con una donna."[4] Intanto, solo uomini attirati alle donne sarebbero
stati chiamati propriamente "virili" o "maschi," poiché la potenza
colle donne era la prova principale della mascolinità. La legge di
Cesare Augusto contro l'adulterio proibisce nello stesso modo il
stuprare di "maschi,"[5] e può avere fornito la spinta per un'ondata
molto attestata di evirazioni di ragazzi nel primo impero -- allo
scopo di fornire compagni passivi che non erano "maschi."[6] Ancora
nel 342, Costanzio II ha emanato un decreto che imponeva una "pena
squisita" per il delitto che è commesso "quando un virile si sposa
con un effeminato [latino: femina] e quello che cerca è che
l'effeminato faccia il ruolo maschile [literalmente 'proietta gli
organi maschili']," perciò che lui stesso faccia il ruolo femminile.
[7]

Gli uomini che mancavano di desiderio o di potenza colle donne, come
gli omosessuali di oggi, non erano mai intesi per queste leggi -- non
sarebbero stati considerati in complesso come "maschi." La maschiezza
implicava fare il penetratore e procreatore. Chi non lo faceva,
mancava ai criteri antichi per essere chiamato maschio. Si potrebbe
dire che il concetto stesso della mascolinità o della virilità era
definito per tutto il mediterraneo antico in confronto non tanto alle
donne quanto agli omosessuali. Si possono addurre innumerevole luoghi
a dimostrare che gli omosessuali esclusivi erano chiamati non-maschi,
semivirili, né virili né femminili, androgini, o terzo sesso -- però
mai maschi.

È un fatto oggi poco conosciuto che esisteva una categoria di uomini
nel Mediterraneo antico che si chiamavano eunuchi "naturali"
o "costituzionali. "[8] È tanto più sconosciuto che nelle leggi romane
del terzo secolo questi eunuchi vengono definiti come non aventi
difetti corporali -- al massimo avevano un peculiare orientamento
mentale.[9] A quanto pare, erano quelli che noi chiamiamo "gli
omosessuali innati." Nelle leggi venivano differenziati dai castrati
ed altri che avevano difetti corporali. Gli eunuchi naturali avevano
il diritto di sposarsi colle donne, di adottare, e di legare beni, in
quanto "non c'è un difetto corporale come impedimento a questo."[10]
Tuttavia, Giovenale aveva trovato che "quando un eunuco si sposa con
una donna, è difficile non scrivere delle satire."[11] [For a more
detailed discussion (in English) of the definition of natural
eunuchs, see my article on the subject on this website.]

Dall'inizio di Babilonia al tardo impero romano, gli eunuchi avevano
due ruoli principali nelle società antiche -- come preti nei templi
pagani, e come domestici nelle case abbienti e nei palazzi reali.
Così avevano gli eunuchi le due tradizioni di spiritualità e di stare
vicino al potere. Nel quarto secolo, questa combinazione faceva di
loro un grande aiuto ai vescovi che sostenevano, ed una minaccia
potenta a quelli a che si opponevano. L'eunuco Eusebio, il gran
ciambellano del palazzo bizantino sotto Costantino e poi sotto il
figlio Costanzio, esercitava un potere quasi imperiale a causa della
sua capacità di controllare l'accesso all'imperatore, particolarmente
durante il regno del figlio. Eusebio era un sostenitore attivo della
dottrina ariana, che riteneva che il Dio Onnipotente non è il Padre
di Gesù nel senso procreativo (nonostante la nascita verginale), ma
che il Dio ha adottato Gesù come il Suo Figlio per la grazia. Nella
sua Storia degli Ariani, Atanasio, un fautore energico della dottrina
cattolica, racconta la missione di Eusebio a Roma, secondo quanto si
dice a indurre e imporre con minacce il vescovo Liberio ad accettare
comunione con cristiani ariani. Dopo ha riassunto:

... Erano gli eunuchi che istigavano questi procedimenti contro tutti
[cioè, tattiche di pressione su cristiani niceni in diversi
municipi]. E la circonstanza la più straordinaria della cosa è
questa: che l'eresia ariana che nega il Figlio di Dio riceve il suo
appoggio dagli eunuchi, i quali, come tanto i loro corpi sono
infruttuosi tanto le sue anime sono privi dei semi della virtù, non
possono sopportare neanche il sentito del nome figlio...Gli eunuchi
di Costanzio non possono tollerare la confessione del Pietro [Matteo
16:16], anzi si girano via quando il Padre rivela il Figlio, ed
inveiscono follemente contro di loro che dicono che il Figlio di Dio
è il Suo figlio genuino, così affermando come eresia degli eunuchi
che non c'è nessun figliolo genuino e vero del Dio.[12] ...

Nonostante quello che potrebbero pensare gli omosessuali cristiani di
oggi circa lo stato di Gesù come Dio, è chiaro che nel quarto secolo
erano identificati come nemici poderosi della dottrina cattolica. Qui
non è il proprio luogo ad esaminare i meriti della dottrina
ecclesiastica ufficiale -- a discutere se Gesù era più o meno come
gli altri umani, o se il ruolo maschile in un atto procreativo può
propriamente essere attribuito a Dio. Basti dire che i primi fautori
del credo niceno vedevano gli omosessuali come avversari pericolosi.

Ora, oltre ad essere autorità spirituali e servi di palazzo, gli
eunuchi avevano un ruolo tradizionale come passivi sessuali. Poiché
non erano "maschi," questo comportamento era legittimo nelle leggi
sia pagane sia bibliche per tutta la storia precedente. Uno storico
favorevole nel tempo di Costanzio ha notato che l'imperatore stesso
era sessualmente devoto ai suoi eunuchi, ai suoi cortigiani, ed alle
sue mogli; mentre, "contento di quelli, non era mai contaminato da
nessuna lascivia trasversale o ingiusta."[13] È stato Costanzio, un
cristiano, che ha emanato il suddetto decreto riconoscendo
implicitamente lo sposalizio degli omosessuali (purché non comportava
un compagno "maschio" nel ruolo passivo). Ricordiamo che questo
decreto è stato emanato in un tempo quando gli eunuchi di palazzo
avevano molto potere e molta influenza alla corte imperiale.

Il genere degli eunuchi, fino al quarto secolo, era descritto
tipicamente come nel dialogo di Luciano intitolato L'Eunuco: "né
virile né femminile, ma qualcosa di composito, ibrido, e mostruoso,
alieno alla natura umana."[14] O come nell'asserzione di Aristotele
che gli eunuchi "non mancano che poco dell'idea del femminile."[ 15] O
nella classificazione degli eunuchi da Plinio, accanto ai castrati ed
agli ermafroditi, come terzo sesso.[16] Pur tuttavia, presto nel
quarto secolo compaiono i primi segni di un allargamento della
definizione della mascolinità ad includere gli eunuchi. Secondo
Firmico Materno, un astrologo e cristiano convertito, gli eunuchi
erano "maschi senza seme che non possono accoppiarsi [coire], turpi,
infami, impuri, impudichi cinaedi"[17] -- punto importante poiché li
definisce maschi, cosa che gli scrittori dei secoli precedenti non
avevano mai fatto.

Al stesso tempo, vediamo che la definizione di eunuco comincia a
contrarsi. Presto nel terzo secolo, Clemente d'Alessandria avevo
definito l'eunuco come non incapace, ma riluttante di fare sesso.[18]
Basilide (citato da Clemente) avevo definito gli eunuchi nati del
Matteo 19.12 come persone che "dalla nascita hanno una natura di
evitare le donne, e quelli che naturalmente sono costituiti così
fanno bene di non sposarsi."[19] Ora, nel quarto secolo, il vescovo
niceno Epifanio di Salamina afferma che gli eunuchi nati sono
incapaci di fare qualsiasi atto di sesso "perché mancano degli organi
creati da Dio per la generazione. "[20] E non ricevono il merito né il
compenso del cielo per la loro astinenza dal sesso, perché "non hanno
fatto la cosa non dovuto al non volere ma dovuto al non potere" e
dunque "non hanno nessun'esperienza della lotta" (per loro commettere
il peccato è fisicamente impossibile) . Nonostante, "hanno sentito
desideri." Questo è una netta inversione degli esposti di Clemente e
Basilide.

Questa riduzione del stato eunucale ad un difetto corporale non era
che solo una tattica (eventualmente superando tutte le altre)
nell'ambito di una strategia furba di alcuni sciovinisti
ecclesiastici del quarto secolo a privare gli eunuchi intatti
naturali, cioè, gli uomini omosessuali, della credibilità religiosa.
Gregorio di Nazianzo ha adottato un diverso mezzo retorico allo
stesso scopo. Quanto a lui, ha ammesso che gli eunuchi naturale
mancavano del desiderio di procreare, però, come Epifanio, anche
Gregorio gli negava il merito della loro astinenza perché gli era
naturale e non risultava da una intensa lotta interna. Invece di
astinersi dalla procreazione, Gregorio ha demandato degli eunuchi
naturali cristiani di non prostituirsi, perché non disonorino il
Cristo.[21]

E così è nell'ambito di un sforzo concertato dai sostenitori niceni
ad abbassare i loro nemici poderosi che dobbiamo valutare la
vietazione della pratica degli omosessuali. Nel 389, cioè un anno
prima del decreto anti-omosessuale citato all'inizio, l'imperatore
aveva tolto agli eunuchi eretici neo-ariani il diritto di fare o
beneficiare di testamenti.[ 22] Ciò esemplifica la persecuzione degli
eunuchi per le leggi imperiali allo scopo di combattere l'eresie.
Nella primavera successiva, dopo aver commesso un'atrocità contro i
abitanti di Tessalonica, l'imperatore Teodosio è stato scomunicato
dal vescovo Ambrogio. La sua augusta maestà è venuto strisciandosi al
santo governatore, che era teoreticamente un suddito imperiale, ed ha
implorato la remissione e la reintegrazione alla Chiesa. Il vescovo
si è lasciato commuovere e ha promesso la reintegrazione dopo che
l'imperatore avrà completato una penitenza, che durava infine otto
mesi. Accade che la legge contro atti di sesso degli omosessuali è
stato promulgato durante il primo mese di questa penitenza. Dapprima
non riuscito, dovuto al numero inaspettatamente alto dei trasgressori,
[23] il decreto veniva emanato di nuovo nell'agosto al Foro Traiano
con il testo seguente:

... Tutti quelli che hanno l'abitudine vergognosa di condannare il
corpo maschile a sopportare un sesso alieno nel modo delle femmine,
dato che appaiono di non aver niente di diverso dalle femmine,
espieranno un tale delitto nelle fiamme vendicatrici davanti al
popolo guardante.[24] ...

Il delitto primitivo dell'omosessualità passiva maschile è stato così
sviluppato ad includere l'omosessualità passiva "non-maschile" per
l'accento sul "corpo maschile" [virile corpus]. L'universalità della
legge è rafforzata dalla parola omnes ["tutti"]. Quelli conosciuti
nel diritto come eunuchi naturali non erano mai stati prima
considerati come "maschi," pero avevano senza dubbio dei corpi
maschili. Il diritto romano precedente aveva già stabilito che, negli
eunuchi naturali, "non c'è un difetto corporale" [corporale vitium
non est]. Finalmente, l'enfasi sulla cosiddetta effeminatezza degli
esecutori rende chiaro che questa legge ha come oggetto quei tipi
cosiddetti non-maschili che erano esenti da tutte le leggi precedenti
contro l'omosessualità .

Una volta stabilito il loro potere sulla legislazione religiosa
dell'impero, le autorità cattoliche non hanno mai riesaminato la
nuova interpretazione. Con la esiliazione delle eresie, rinforzata
dal potere imperiale, nessuno era in grado di contraddire la dottrina
stabilita della Chiesa. Se la Chiesa determinava che Gesù avesse
inteso solo le persone con difetti di nascita anatomici nel Matteo
19.12, chi sarebbe stato in grado a protestare? Se la Chiesa già
imperiale trovava che un omosessuale praticando la sua sessualità sia
reo del peccato di Sodoma, chi si alzarebbe a discutere?

Al contrario, la Chiesa continuava ad usare l'oppressione degli
omosessuali (di quelli, come l'acqua vivente di Gesù, c'è provvista
interminabile) come strumento per consolidare il suo potere. Quando
Giustiniano ha emanato le successive leggi contro l'omosessualità ,
nel 538 e 544,[25] è ritornato sulla caratterizzazione del delitto
come corruzione dei "maschi" (in confronto a "corpi maschili"), ma
poiché il termine maschio aveva già cominciato ad essere applicato
agli omosessuali nel quarto secolo -- tendenza che sosteneva la
Chiesa perché preferiva definire la maschiezza in base agli organi
anatomici piuttosto che al libido procreativo -- può essere
presupposto che anche le Nuove Costituzioni 77 e 141 contro
l'omosessualità erano intese ad includere tutti quelli che avevano un
corpo maschile. Caso mai, l'identità dei veri oggetti delle leggi non
era ovvia a qualcuno, il N. 77 ha castigato anche la bestemmia. Forse
150 anni non erano stati sufficienti a far tacere i teologi eunuchi
che continuavano ad insistere sull'umanità totale di Cristo -- e che
perfino Lo qualificavano come Eunuco anche Lui?[26] Cosa
significativa nel N. 141 è il suo insistere che quelli che erano
stati colpevoli nel passato dovessero "non solo trattenersi dal
peccare," ma "confessare i loro peccati nella presenza del Più Beato
Patriarca," in questo modo evitando la pena, ma rovinando il loro
nome e mettendo fine alla speranza di una carriera ecclesiastica.

Il Codice Visigotico ha appianato definitivamente l'ambiguità intorno
agli eunuchi naturali per mezzo di castrazione di ogni uomo reo di un
atto omosessuale[ 27] -- cosa che dà tutta una nuova dimensione alla
preoccupazione spagnola con cojones. L'"armadio" era così già
costruito, ed inoltre una nuova definizione della mascolinità -- non
a base dell'adempimento del ruolo procreativo, ma piuttosto della
preservazione dell'integrità corporale. Un maschio era ora
identificato solamente da un pene e testicoli intatti. ***


... Invi commenti ad aquarius@well. com

... Vedi Born Eunuchs Home Page per maggiori informazioni sull'omosessualità
nelle culture antiche.


Note:

[1] Rev. M. Hyamson, red. e trad., Mosaicarum et romanarum legum
collatio, London, 1913 (ristampa Buffalo, 1997), pp. 82-83. (Coll.
leg. mos. et rom. 5.3.1-2)

[2] Columbia Encyclopedia, 5° edizione, New York, 1993, s.v. Minerva,
p. 1782.

[3] Wilhelm Ensslin, Die Religionspolitik des Kaisers Theodosius des
Grossen, Monaco, 1953. In: Sitzungsberichte der Bayerischen Akademie
der Wissenschaften, Philosophisch- historische Klasse, Anno 1953, N. 2.

[4] Levitico 18.22, 20.13.

[5] Istituzioni di Giustiniano 4.18.4.

[6] Seneca, De ira 1.21; Giovenale 6.371-373, 10.306; Marziale 6.2,
9.6.4, 9.8.5; Stazio, Silvae 4.3.16; Suetonio, Nero 28, Domiziano 7.

[7] Codice di Teodosio 9.7.3.

[8] Matteo 19.12; Digesto di Giustiniano 50.16.128.

[9] Digesto di Giustiniano 21.1.1.9 in combinazione con 21.1.5-6 e
21.1.38.7.

[10] Digesto di Giustiniano 1.7.2.1, 1.7.40.1, 23.3.39.1, 28.2.6.

[11] Giovenale 1.22.

[12] Atanasio, Storia degli Ariani, 5.38.

[13] Sesto Aurelio Vittorio, Epitome dei Cesari, 42.19.

[14] Luciano, L'Eunuco, 6.

[15] Aristotele, Generazione degli Animali, 4.1.

[16] Plinio, Storia Naturale, 11.49.

[17] Firmico Materno, Mathese, 3.9.1.

[18] Clemente d'Alessandria, Il Pedagogista, 3.4.26.

[19] Clemente d'Alessandria, Stracci, 3.1.1.

[20] Epifanio di Salamina, Paniere delle Eresie, 4.3.2-5.

[21] Gregorio di Nazianzo, Orazione 37, 16-17.

[22] Codice di Teodosio,16. 5.17.

[23] Otto Seeck, Geschichte des Untergangs der antiken Welt,
Stuttgart, 1920-1922 (ristampa 1966), vol. 5, p. 531, nota rif. alla
p. 229, linea 9.

[24] Codice di Teodosio, 9.7.6.

[25] Nuove Costituzioni di Giustiniano ,77 e 141. Per i dati dipendo
da Derrick Sherwin Bailey, Homosexuality and the Western Christian
Tradition, London, 1955 (ristampa 1975), pp. 73ff.

[26] Come avevo fatto, per esempio, Tertulliano, Monogamia, 3: "Il
Signore stesso aprisse il regno dei cieli agli eunuchi e Lui stesso
visse come eunuco. Anche l'apostolo [Paolo], seguendo il Suo esempio,
si fece eunuco ed indicò che la continenza sia quello che lui stesso
preferisca."

[27] Codice Visigotico, 3.5.5-6.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ottimo suggerimento... a buon rendere e grazie di cuore

i volontari del progetto gionata

rdo Sciascia su Pasolini