venerdì, settembre 21, 2007

Sono ebreo , anche

Sono ebreo , anche.
Riflessioni di un ateo anarchico

Schwarz Arturo, Garzanti libri.

Ateo, anarchico, surrealista. Ma anche ebreo. Così si definisce Arturo Schwarz.

In queste pagine dimostra come proprio nell'ebraismo, vissuto nella sua dimensione esistenziale e filosofica, sia possibile trovare le radici del suo atteggiamento e della sua filosofia di vita. Il rifiuto del principio di autorità, inteso impostazione di tipo statico e irrazionale, ma anche la brama di conoscenza, il rispetto del diverso e della natura, l'anelito di giustizia e il diritto alla felicità, il ruolo salvifico e iniziatico della donna, trovano tutti il loro fondamento nella Bibbia, nel Talmud e negli scritti dei cabbalisti. Del resto, come sottolinea nella sua prefazione Giuseppe Laras, di tipi come Arturo Schwarz, fra gli ebrei, ce ne sono parecchi; non solo, ce ne sono stati sempre. In apparenza paradossale e provocatorio, il testo ci guida così alla ricerca del senso più autentico e prezioso del vivere.

Così è presentato spesso il libro novità dell'anno. Un libro da regalarsi e da regalare. E' un modo per riavvicinarsi alle Fonti anche per chi è o pensa di essere anarchico, e quindi ateo e tutto questo "in un mondo devastato dal prevalere dell'uomo sulla donna, dalla pornografia sull'amore, dalla competizione sulla collaborazione, dall'oscurantismo sulla razionalità, dall'egoismo sulla fratellanza, dal fondamentalismo e dallo sciovinismo sulla tolleranza e sull'universalismo, dal selvaggio sfruttamento della terra sul godimento delle bellezze che ci offre".

La parola chiave che conclude questo testo di 88 pagine pieno di contenuti, idealità, saggezza, amore è il RISPETTO a 360 gradi. Un'urgenza universale che può permettere all'umanità redenta da dogmi e pregiudizi di vivere l'armonia che regola l'universo.

Interessanti anche le motivazioni della scelta del titolo e in particolare della parola "anche".

Il più elevato contenuto politico e al tempo stesso teologico è laddove si riporta la testimonianza storica di Giuseppe Flavio in cui si citano le parole di Eleazar, un capo degli zeloti. "Abbiamo deciso da molto tempo di non essere sottomessi né ai Romani né a chiunque altro, ma a Dio soltanto, perché Egli solo è il vero padrone dell'uomo".

Fromm commenterà poi che "il concetto di servitù a Dio fu nella tradizione ebraica trasformato in modo da costruire la base della libertà dell'uomo. L'autorità di Dio garantisce perciò l'indipendenza dell'uomo dall'autorità umana".

Immaginiamo che Lutero -da profondo conoscitore delle Scritture nel XVI secolo - nella sua elaborazione teologica principale del cristianesimo tedesco abbia fatto proprio riferimento a questo patrimonio di Fede ebraica per costruire le basi della spiritualità dell'Europa moderna.

Un monaco a nord delle Alpi intuiva anche allora la forza rivoluzionaria della spiritualità orientale, facendone però un uso non sempre legittimo sul piano umano, politico e religioso. Dalla Guerra ai contadini alle invettive contro turchi e ebrei stessi.

E questa è una ragione che aggiungiamo noi di Ecumenici sulle motivazioni per cui nel 2007 non possiamo non indicare "sono un ebreo, anche" quale libro più interessante, appassionato e coinvolgente.

Evitate eventualmente di donarlo ad un elettore dell'ex ministro degli Interni. Potrebbe avere una crisi isterica e suggerire ai media di regime nuove campagne repressive contro il dilagare dell'anarchia ! La casa liberticida liberale del resto vive proprio sulle paure e le minacce, gli imbrogli, l'interesse e la mistificazione della Storia.

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