mercoledì, maggio 09, 2007

FIERA DEL LIBRO: DANTE GAYFRIENDLY RILETTO DA ALDO ONORATI

Sabato 12 maggio 2007 alle 20 alla Fiera del Libro di TorinoDANTE E L’OMOSESSUALITA’: ALDO ONORATIRILEGGE IL XV CANTO DELL’INFERNOLa Lectura Dantis del professor Aldo Onorati, direttore editoriale di Anemone Purpurea e dantista di fama internazionale, approda quest’anno alla Fiera del Libro di Torino, dove sabato 12 maggio alle ore 20, presso lo Spazio Incubatore nel Padiglione A del Lingotto, Onorati commenterà il canto XV dell’Inferno. Appuntamento che si preannuncia già tra gli eventi centrali della giornata.Il commento del professor Aldo Onorati, infatti, sarà incentrato sulla figura di Brunetto Latini, maestro di morale e padre spirituale di Dante, confinato all’inferno perché sodomita ma con cui – stando alla nuova tesi del professor Onorati – il Sommo Poeta si mostra indulgente, caritatevole e comprensivo, così come aveva fatto verso il celeberrimo episodio di amore adultero, quello di Paolo e Francesca.All’incontro, che sarà moderato da Daniele Priori (ufficio stampa Anemone Purpurea) e Christian Poccia, firma della rivista Babilonia, prenderà parte il giornalista e saggista Roberto Schena che introdurrà l’intervento di Onorati con una relazione sulle origini dell’omofobia nel pensiero cristiano. Titolo della serata sarà “Dante e l’omosessualità. Chi era Brunetto Latini”.Il dantista Onorati anticipò per la prima volta questi suoi innovativi studi, sui quali in autunno Anemone Purpurea pubblicherà un saggio, in un’intervista rilasciata alla rivista Babilonia (www.babiloniamagazine.it) nello scorso mese di marzo.“Il colloquio di Dante con Brunetto Latini – spiegava Onorati – rivela una immensa apertura mentale del Sommo Poeta. Ai suoi tempi, la sodomia era considerata un peccato mortale. Dante non può andare contro la Chiesa né contro la gerarchia delle pene canoniche, d’altronde da lui stesso assunte a parametri assoluti di riferimento. Però, il discepolo, subito dopo l’esclamazione di stupore (“Siete voi qui, ser Brunetto?”) passa alle lodi del Maestro, il quale chiama il Poeta figliolo e Dante sottolinea il ruolo di immagine paterna di ser Brunetto. C’è, nel canto, un’infinita ammirazione per il personaggio abbrustolito dalla pioggia di fuoco dell’inferno”.“Dante – proseguiva il direttore editoriale di Anemone Purpurea - dà prova di riconoscenza, oltre che di affetto, verso l’uomo di cui era stato discepolo. Brunetto è un uomo meraviglioso, maestro di vita. Dante gli dà del voi, come a Farinata, Cavalcante, Beatrice e al trisavolo Cacciaguida. Agli altri dà del tu”.“La colpa per cui, secondo i parametri della Chiesa, Dante mette Brunetto all’Inferno va in secondo piano subito, per dare spazio al merito. Il Poeta è uomo di larghe vedute, tanto da essere autonomo nei giudizi. Se nel XV Canto dell’Inferno appare Brunetto Latini fra i sodomiti, egli è però ricoperto di onori quasi a significare un contrasto fra la fredda sistemazione strutturale degli exempla (le pene) e la calda ammirazione verso il sublime dannato. Dante deve anche a lui il meglio della sua realtà di uomo e di letterato. La regola generale lo condanna; l’allievo lo immortala per le sue doti morali, intellettuali e umane. E’ una grande lezione di un individuo del Medio Evo (Dante) a noi moderni!”
Contatti
Daniele Priori UfficioStampa 328/632382
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