martedì, febbraio 20, 2007

Comprereste un Testamento Biologico dalla Binetti?

Nella Giornata per la libertà di Ricerca Scientifica, oggi 20 febbraio 2007, dedicata a Luca Coscioni, vi ripropongo un pezzo di Piergiorgio Welby, di meno di un anno fa, drammaticamente attuale.
alba


di Piero Welby (Il Calibano)
da Notizie Radicali venerdì 28 aprile 2006 (numero duecentoquarantasette)http://www.radicali.it/newsletter/archive.php

Ma per quale ragione un paziente competente che impone la sua volontà al medico non riduce la medicina a esecuzione di prestazioni a richiesta, mentre questo effetto verrebbe prodotto da un'analoga decisione precedentemente assunta dallo stesso paziente?
(Demetrio Neri, docente di Bioetica nella Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Messina)

Se l’amarcord giamaicano di Gianfranco Fini è stato lo spinello nel fianco della Cdl, le interviste di Paola Binetti sono la spina nel fianco della Rnp.

Nel tourbillon del toto-ministri, di solito, si entra papi e si esce cardinali, ma la legge di Murphy avverte che se qualcosa può andar male, lo farà.
Quindi, fatti i dovuti scongiuri e, recitate le irripetibili giaculatorie apotropaiche, il peggio che ci possa capitare è che Paola Binetti entri in conclave Presidente del comitato "Scienza & Vita" e ne esca Ministro della Salute.

Nell’intervista rilasciata a Il Giornale del 21 marzo 2006, Paola Binetti ha risposto all’intervistatrice, Francesca Angeli, che, non potendo battersi contro l’aborto perché “i tempi non sono maturi”, si batterà contro l’eutanasia anche nelle situazioni disperate e che la sua posizione in merito è “chiara e limpida ed è sempre stata la stessa."

In attesa che i tempi, giunti a maturazione, le permettano di cancellare la Legge 194 e che le recenti riflessioni del Cardinal Martini la costringano, si spera, ad una caritatevole palinodia, la sola cosa che possiamo chiedere alla futura Ministra della Salute è che ci faccia la concessione di un Testamento Biologico (DAT) che ci permetta di decidere, in caso di malattia, del nostro corpo.

La cosa non dovrebbe andare contro i saldi convincimenti della Binetti perché lei stessa ha dichiarato che le sue opinioni divergono da quelle della Rosa nel Pugno perché i Rosapugnanti sono orientati “alla difesa del diritto individuale, dimenticando il diritto dell’altro”, ma nel caso del Testamento Biologico i diritti dell’altro e dell’individuo coincidono, quindi non si dimentica o calpesta il diritto di nessuno.

Oddio, credevo di non uscirne vivo!
La Binetti, guarda caso, è anche membro del Comitato Nazionale di Bioetica che il 18 dicembre 2003 ha approvato il documento "Norme in materia di dichiarazioni anticipate di trattamento" dal quale si evince che quando, nell'ambito della medicina, si abbia a che fare con “dichiarazioni anticipate di trattamento“ che possono implicare una limitazione dell'autonomia professionale del medico e della sua libertà di scelta terapeutica, tali indicazioni vanno considerate in contrasto insanabile con l'etica della professione medica e quindi non possono essere ammesse.

Insomma, detto in soldoni, suonerebbe così: tu decidi pure di cosa fare del -tuo- corpo, ma nella malaugurata ipotesi di uno Stato vegetativo persistente che, come nel caso di Eluana Englaro, la ragazza in coma dal 18 gennaio del 1992, “spenga” per sempre ogni speranza di risveglio, i medici continueranno a curarti artificialmente, nutrirti artificialmente e, se fosse necessario, a ventilarti i polmoni artificialmente, fino al giorno della tua morte “naturale”.

Se poteste scegliere, preferireste “acquistare” un Testamento Biologico dal Prof. Veronesi o dalla Prof.ssa Binetti?

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